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Orgosolo e Mamoiada, tra murales e maschere

Un viaggio nelle tradizioni della Barbagia, dove i muri del paese e le suggestive maschere dei Mamuthones e degli Issohadores raccontano storie e tradizioni sarde

Orgosolo e Mamoiada, tra murales e maschere

26 ago 2020

In Sardegna esiste una terra forte, indipendente e ribelle, la Barbagia, dove tradizioni secolari, simboli, cultura e leggende si intrecciano con la bellezza e la storia del territorio. Siamo in provincia di Nuoro, lungo il versante occidentale del Supramonte: arrivando nella zona anche in auto, si può andare alla scoperta dei murales di Orgosolo e delle tradizioni di Mamoiada, raccontate nel Museo delle Maschere Mediterranee.

Dal fenomeno del banditismo allo spirito indipendentista che ha caratterizzato la vita del paese fin dal tardo '800, Orgosolo ancora oggi esprime una personalità forte e decisa, che la diversa da ogni altro luogo. Una terra in cui attivismo politico, passione ed emancipazione culturale prendono forma, raccontando le storie della gente di Barbagia direttamente sui muri delle case. Il primo murales fu realizzato nel 1969 da un collettivo di militanti anarchici chiamato Dionisio. Fu solo l'inizio di un fenomeno esploso poi, fragoroso, negli anni '70 e che oggi ha trasformato una passeggiata tra i vicoli del paese, dove non di rado si possono ancora scorgere anziani in abito tradizionale, in una sorta di visita a un museo a cielo aperto. Sono circa 150 i disegni che colorano Orgosolo, raccontando la vita contadina, le lotte di potere, le battaglie sociali, le rivendicazioni politiche, ma anche le tradizioni profonde di questo territorio fatto di fierezza, onore e codici antichi. Uno dei maggiori artefici del "fenomeno Orgosolo" fu il pittore Francesco Del Casino intorno al 1975, che diede impulso alla realizzazione di numerosi lavori collettivi, sull'onda emotiva del fenomeno della contestazione, ancora forte in quegli anni. Ad oggi, però, di molti murales non si conoscono gli autori. Un luogo, Orgosolo, unico nel suo genere, che merita di essere visto almeno una volta nella vita.

Pochi chilometri e si cambia scenario, senza però cedere nulla in quanto a fascino del luogo. Siamo a Mamoiada, tra Gennargentu e Supramonte, il paese dei Mamuthones e degli Issohadores. Questa cittadina vanta una tradizione antichissima che si rifà ad alcuni riti pagani, che esplode in occasione della festa di S.Antonio Abate, il 17 gennaio; momento che sancisce l'inizio del Carnevale Mamoiadino. È in questa occasione che fanno la loro comparsa le due maschere, Mamuthones e Issohadores, ormai celebri in tutto il mondo. I Mamuthones, con la maschera nera, vestiti di pelli ovine su cui caricano trenta chili di campanacci (sa carriga), evocano grande suggestione. Gli fanno da contraltare gli Issohadores, in elegante corpetto rosso e maschera bianca, che ne scandiscono la danza in processione.

Lontano dal Carnevale, tutto questo può essere ammirato nell’interessantissimo Museo delle Maschere Mediterranee. Dopodiché, la visita può proseguire tra le intricate viuzze di Mamoiada con le sue caratteristiche case in granito. E appena fuori città, un'altra meraviglia: sa Perda Pintà, nota anche come stele di Boeli; una lastra di granito di oltre due metri e mezzo raffigurante alcuni cerchi concentrici, bastoni uncinati e coppelle di tipo celtico, databile intorno al 3500 a.C. Se ne rinvengono di simili solo in Bretagna, Scozia e Galles.

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