VW Golf, la GTI del 1988

VW Golf, la GTI del 1988

"Con 50.000 euro si può scegliere qualunque auto nuova, ma per me è meglio questa"

di Lorenzo Moro

14.09.2018 12:40

Un sogno per qualunque automobilista. Probabilmente per molti sì, ma per me sarebbe un incubo, non scherzo. Per me, nato nel 1985 e da sempre appassionato di motori (tendenzialmente elaborati) e di auto illegalmente ignoranti, l’attuale listino del nuovo è quanto di meno appetibile esista.

Dico davvero. Con 50k euro non saprei dove andare a sbattere la testa. È vero, ci sono un sacco di auto belle e prestazionali, prendiamo per esempio una S3 o una Mini Cooper S (preferisco quella con il volumetrico) ma nessuna di queste rappresenta quella che io cerco in un’auto: l’esperienza. Per me, l’auto non è “solo” un mezzo di trasporto, non  è solo un oggetto, non è solamente un lusso. Per me, che ho fatto dell’auto una passione viscerale (mannaggia a me, potevo scegliere che ne so… il calcio?), l’auto deve essere prima di tutto esperienza. Puzza di benzina? Meglio. Non piace alla mia fidanzata perché è rumorosa? Meno peso a bordo. Consuma molto? Amen, se vuoi dei cavalli devi dargli da bere. È scomoda? Amo i roll-bar integrali e le cinture a quattro punti.

Amo le cose specialistiche, non sopporto gli elettrodomestici. Ovvio che nel listino delle auto moderne qualcosa di speciale si trova ma è relegato in zone dal prezzo impronunciabile. Tra le macchine per noi comuni mortali al momento c’è veramente poca scelta, ci sono solamente una marea di auto il cui incentivo all’acquisto è l’infotainment e una valanga di sensori utili a far si che possiamo guidare il più distratti possibile che tanto sarà lei a tenerci lontana dal “carrozzaio”. Ed è in una situazione come questa che le vere sorprese le riserva il mercato dell’usato. Ecco quindi una nuova rubrica, con la quale andremo ad analizzare le migliori sorprese che tale mercato può riservare per tutti quelli che come me sono in cerca di un’emozione, di un’esperienza e di uno stile irraggiungibili con le auto moderne. 

Ed ecco che, se avessi i famosi 50 mila euro, io farei così: me ne intascherei 42-44 e con i restanti comprerei la macchina che vedete in foto. Volkswagen Golf GTI seconda serie del 1988, mille e otto di cilindrata, due valvole per cilindro, aspirato comunque dotata di tutti gli accessori che la rendono tremendamente affascinante: riga rossa sui paraurtini, faro grande e faro piccolo, pomello del cambio a pallina da golf e il fantastico cruscotto digitale.

Golf come questa si trovano intorno ai 5-7000 euro messe bene, è trentennale (facciamo tutti insieme ciao ciao a bollo e assicurazione), e non c’è nulla di più di quel che vedete. Quattro ruote, un motore e una carrozzeria. Non c’è nessun strano sensore che vi mollerà da un momento all’altro e, ancor meglio, non c’è nessuna diavoleria a intromettersi tra voi e la strada. Qua il controllo di stabilità sono le vostre mani e la vostra sensibilità e il controllo di trazione è il vostro piede destro. Unica grave mancanza, lo ammetto, è l’ABS (che trovo essenziale su una qualunque auto) ma non si può aver tutto dalla vita, lo cantavano anche gli Stones.

Non è comodissima, è vero, non ci sono alzacristalli elettrici e nemmeno l’aria condizionata. D’estate si muore di caldo qui dentro, ma vogliamo parlare delle badilate di stile che si porta addosso questa Golf? Ma soprattutto in questi 1000 kg scarsi c’è l’esperienza. L’esperienza di un motore ricco di coppia e di potenza (parliamo di 110 cv), non troppa se paragonata agli standard moderni, ma abbastanza per spostare una macchina di appena 10 quintali circa nel modo migliore. Ci siamo dimenticati cosa voglia dire guidare una macchina leggera. Bastano 110 miseri cavalli e la guida di questo ferro vecchio è un vero spasso. È stato il simbolo di una intera generazione di giovani dal piede pesante con il bomber addosso…e un motivo c’è: è invecchiata meravigliosamente e nonostante l’età è completamente utilizzabile nel mondo moderno.

Scattante e agile, basta pelare il gas per trovarsi a velocità elevate, basta scalare una marcia e qualunque sorpasso sarà fattibile. L’assenza del servosterzo ed un cambio un po’ di burro rendono l’esperienza molto più viva ed interessante di quanto magari lo sia veramente e questo è un gran pregio, il potersi divertire e godere senza dover per forza rischiare la vita è, secondo me, una pregio che spesso ci si dimentica di elencare parlando di alcune auto.

E poi è bella, bellissima. In giro con questa Golf la gente mi salutava, manco avessi chissà cosa… avevo solamente l’unica macchina non anonima, non elettrodomestico e con del vero stile in giro in quel momento.

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