Dacia Sandero 1.4 MPI Lauréate

Dacia Sandero 1.4 MPI Lauréate

di Redazione

27.11.2008 ( Aggiornata il 27.11.2008 14:34 )

Presentazione

È la prima che proviamo una “mezza macchina”. Proprio quella che, nell’indovinato spot tv, viene offerta al cliente che non vuole spendere più di 7.400 euro: naturalmente non l’auto tagliata a metà nello spot, ma la Sandero, la compatta due volumi che ha dimezzato (o quasi) il prezzo rispetto alle concorrenti. E il cui nome, associato alla vocazione popolare che incarna, ci ha richiamato alla mente i rivoluzionari peruviani del Sendero luminoso. Ma davvero questa berlina appena nata costa la metà rispetto a modelli altrettanto attuali come la Punto, la Fiesta, la 207 e la Clio con cui si confronta? Diciamo che è quasi vero: rispetto alle versioni medioalte di gamma di questi modelli in effetti il risparmio è nell’ordine del 50%, ma basta aggiungere alla Sandero qualche contenuto indispensabile come il climatizzatore, la radio, la chiusura centralizzata con telecomando e gli alzacristalli elettrici per avvicinarsi o superare la soglia dei 10.000 euro, quindi circa 3.000 euro in meno rispetto alle versioni “base” con pari equipaggiamento delle più ambite concorrenti. In realtà le principali avversarie dirette della nuova Dacia sono due auto un po’ datate, ma tuttora apprezzate, come la Punto Classic e la Clio Storia, rispetto alle quali il risparmio offerto dalla Sandero 1.4, con un allestimento simile, è inferiore ai 2.000 euro. In ogni caso il risparmio c’è ed è evidente, specie in rapporto allo spazio interno e al livello delle finiture, che è più che rispettabile, specie per la versione top protagonista della prova, la 1.4 MPI Lauréate — disponibile anche a GPL, ed è entrata a listino anche la 1.5 dCi — che costa 9.050 euro e poco più di 10.000 euro con climatizzatore e impianto hi-fi. La dotazione di serie è buona per questa fascia di prezzo (sono compresi fra l’altro computer di bordo, chiusura centralizzata con telecomando, alzacristalli anteriori e retrovisori elettrici), i rivestimenti interni sono piacevoli e la vettura è nel complesso valida. Ma come è avvenuto il “miracolo” di far costare così poco un’auto così riuscita? Il segreto è semplice. È bastato prendere la meccanica e i motori della precedente generazione della Clio, costruirla in Paesi a basso costo della manodopera, a cominciare dalla Romania, utilizzando il pianale (la piattaforma B0), gli interni e parte della carrozzeria, adeguatamente rivisti, già adottati sulle Dacia Logan berlina e MCV.

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