Alfa Romeo MiTo Turbo Multiair

Alfa Romeo Mito 1.4 Turbo Multiair

di Redazione

19.11.2009 ( Aggiornata il 19.11.2009 10:39 )

Presentazione

Eccoci finalmente al volante della MiTo MultiAir, la prima auto equipaggiata con quel motore che ha “conquistato” il presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, e ora dovrebbe conquistare, o almeno si spera, l’intera America, grazie alle ridotte emissioni inquinanti e ai consumi contenuti. In base a quello che evidenziano i comunicati stampa questo sembra un vero gioiello di motore: elastico, economico, “ pulito” e anche potente, perlomeno nelle versioni turbo da 135 cv – protagonista della prova – e 170 cv, montata sulla più prestazionale MiTo 1.4 Quadrifoglio Verde.
Ma questo 4 cilindri è proprio perfetto? Diciamo “abbastanza”, dato che i 135 cv del turbo 1.4 MultiAir devono fare i conti con i 1239 kg di peso della nostra MiTo, con i pneumatici da 17” (optional) e soprattutto con il cambio manuale a 5 rapporti, che per una vettura con queste caratteristiche appare certo meno indicato rispetto al 6 marce montato sulle versioni più potenti: la 1.4 Turbo 155 cv ancora a listino e la nuova “Quadrifoglio Verde”. A tutto questo bisogna poi aggiungere il raffinato plus della Mito: il selettore che regola la gestione elettronica del motore e permette così di sfruttare al meglio le caratteristiche della vettura, secondo una logica sportiva oppure improntata all’economia di esercizio, in base alle esigenze di guida del momento.
La 1.4 Turbo MultiAir così si trasforma dal tranquillo “Dottor Jekyll” nel cattivo e aggressivo “Mister Hyde”: ma solo in quest’ultima conformazione la MiTo è una “vera” Alfa Romeo. Scattante, “rombante”, progressiva, appagante: sono queste le definizioni che meglio si adattano a questa versione quando il selettore viene portato in posizione Dynamic. La risposta del motore diviene più bruciante, mentre vengono modificati anche i parametri dei sistemi di controllo elettronico della trazione e della stabilità: VDC, Q2 e DST. Il comportamento diviene così sotto ogni aspetto quello di una vera sportiva. L’assetto non è da meno: la Mito è attaccata all’asfalto, il rollio è minimo e le sospensioni sono davvero rigide, anche troppo, e trasmettono direttamente nell’abitacolo ogni buca e avvallamento. La rumorosità è nel complesso piacevole, con un sound pieno e potente in accelerazione, anche se sui lunghi rettifili autostradali si sente la mancanza della sesta di maggiore “riposo”.

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