Giulietta Quadrifoglio Verde, fiore della passione

Giulietta Quadrifoglio Verde, fiore della passione

di Redazione

29.03.2011 ( Aggiornata il 29.03.2011 16:08 )

Presentazione

Quei quattro petali che portano fortuna ne hanno viste di tutti i colori, in quasi un secolo di storia: dalle leggendarie Alfa da corsa ad Alfa stradali decisamente meno emozionanti (Sprint Veloce, 33...).
Dal 2010 il Quadrifoglio Verde è tornato od occupare un posto di prestigio sui parafanghi delle sportive del Biscione, prima MiTo e ora Giulietta, ma per sgombrare subito il campo da dubbi non stiamo parlando dell’altra mitica sigla Alfa Romeo, la GTA che ha caratterizzato in tempi recenti la 147 e la 156.
Quella era un’altra storia, perché allora si poteva contare su uno dei migliori V6 a benzina mai realizzati (rimpiazzato poi da un modestissimo V6 di origine australiana...), dunque ci stava che fossero modelli piuttosto spinti, sia nell’aspetto sia nelle emozioni che sapevano offrire.
Oggi, il Quadrifoglio Verde, sta a sottolineare una sportività al top della gamma ma in chiave più soft e arrotondata. Presente la Golf GTI? Ecco la Giulietta QV è la stessa cosa: aspetto più dinamico delle sorelle minori ma pur sempre sobrio, prestazioni di grande interesse ma con spazio a confort e alla fruibilità quotidiana. Buona parte di questa godibilità arriva proprio dal propulsore deputato a spingere la Giulietta QV, il conosciuto 4 cilindri 1750 turbo-benzina che qui spreme 235 cavalli.
Ha un’elasticità da fare invidia a un plurifrazionato a gasolio, grazie a una particolare soluzione applicata alla turbina per un miglior riempimento ai bassi regimi; e in particolare, una volta posizionato il manettino Dna in Dynamic, sfodera una coppia micidiale per quantità (34,6 kgm) e qualità (ad appena 1900 giri), che è capace di farti dimenticare l’uso del cambio in città. Poi vabbé, come tutte le coperte corte non sperate di contare su un allungo da motore motociclistico, visto che ad appena 6000 giri interviene il limitatore di giri a rovinarvi la festa. Ma la grande elasticità presente dal minimo al massimo lungo la scala del contagiri può far passare in secondo piano questa scarsa abbondanza di regimi elevati.
Assieme a prestazioni sicuramente interessanti (7 netti sullo 0-100, ottime riprese, velocità un po’ meno) e a una maneggevolezza in curva appagante, data da assetto fermo ma non spacca-ossa e da un’elettronica (al solito non disinseribile) che non risulta particolarmente invasiva, almeno guidando in maniera pulita. Anche nelle prestazioni, insomma, la Giulietta QV ricorda molto da vicino la rivale per eccellenza di Wolfsburg, sia per performance velocistiche, sia per le doti espresse in pista,con un tempo fotocopia di quello ottenuto con la Golf GTI da 210 cavalli (3’07”50).

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