XJ 3.0 D, lusso cattivo

La linea inconsueta taglia nettamente col passato.

di Redazione

29.03.2011 ( Aggiornata il 29.03.2011 16:08 )

Presentazione

Agli inglesi solitamente, le rivoluzioni riescono maluccio. Stiamo parlando ovviamente di auto e, per di più, di auto squisitamente stradali. Perché se estendiamo il discorso ai Beatles, alla minigonna e al “fish and chips”, piuttosto a tutto ciò riguarda la Formula 1, la faccenda si fa completamente diversa.
Se pensate a nefandezze passate come l’Aston Martin Lagonda, la Rover SD1 o l’Austin Maestro sembra emergere con nitidezza la conclusione che i sudditi di Elisabetta II farebbero meglio ad attenersi rigorosamente alle tradizioni, senza svolazzare tra suggestioni moderniste che esulano dal loro Dna.
E, dopotutto, è esattamente ciò che gran parte però, ogni tanto provano a sfuggire alla regola e bisogna riconoscere che, in tempi recenti, hanno tirato fuori una XF che, pur c’entrando poco o niente con la nostalgicissima progenitrice S-Type, ha colpito nel segno ed è già stata venduta in 100mila esemplari dal 2008 ad oggi.
Con la nuova XJ, poi, il designer Ian Callum e i suoi hanno dimostrato un coraggio omerico, cercando di scaricare una ventata di novità in un settore di mercato come quello delle limousine che, già di per sé, è allergico alle stravaganze. E infatti la XJ è attualmente l’unica due volumi nel segmento luxury. Se davanti l’imprinting Jaguar è evidente, la parte posteriore può disorientare, sia per l’inclinazione del lunotto, che è quasi in linea con quella del cofano portabagagli, sia per uno sbalzo posteriore volitivo che meriterebbe l’adesivo “non accostare in curva”.
E se la vettura della nostra prova fosse stata di colore chiaro, un’ulteriore pennellata di anticonformismo l’avrebbero data i montanti posteriori neri del tetto. Metabolizzate queste scelte, comunque, non si capisce come mai i progettisti non abbiano spinto l’affondo fino ad adottare anche un portellone e un tergilunotto che, con una siffatta impostazione di carrozzeria, avrebbero sicuramente migliorato la duttilità dell’auto, visto che l’accesso al baule non è ottimale e la visibilità posteriore in caso di pioggia lascia a desiderare. Probabilmente si è trattato di qualche orgoglioso rigurgito aristocratico. Quando si materializza una XJ nello specchietto retrovisore, dunque, un moto di sudditanza psicologica lo si prova. Se invece le si è attaccati alla coda viene difficile identificarla al primo colpo come un prodotto di Coventry e chissà se non è proprio per questo che il giaguaro cromato affisso tra i due fanali ormai è quasi in scala 1:1. Da certi punti di osservazione, la XJ appare simile una grossa e filante coupé, mentre da certi altri rivela qualche mancanza di grazia ed equilibrio. Nel complesso, però, la presenza scenica è notevole grazie anche alle dimensioni: con 5122 mm (5247 mm nella versione allungata) oltrepassa di poco BMW Serie 7 e Mercedes Classe S e, altrettanto di un soffio, viene superata dall’Audi A8.

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Design
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