Lexus LFA: La macchina del tempo

Lexus LFA: La macchina del tempo

di Redazione

24.08.2011 ( Aggiornata il 24.08.2011 11:22 )

Presentazione

Cos’ha in comune la supercar che vedete qui sotto con un tappeto? Ben più di quanto possiate immaginare. Perché forse non tutti sanno che Toyota, prima di iniziare a costruire automobili (nel 1933), era una rinomata azienda tessile che s’inventò il primo telaio in legno per produrre tessuti. E di questa esperienza ne ha fatto tesoro, un centinaio di anni dopo, il team incaricato di costruire la supercar Lexus LFA. In che modo ve lo spieghiamo subito: dovete sapere che la gestazione di questa vettura è una delle più lunghe della storia automobilistica. Il progetto è partito infatti la bellezza di oltre dieci anni fa, (la “green light” è datata 2000), e in origine il telaio era in alluminio. Dopo alcuni anni di test e sviluppo, quel pazzo di Haruhiko Tanahashi, il progettista, ha avuto il coraggio di buttare tutto al vento e di ripartire quasi da zero. Il telaio di alluminio pesava troppo, non soddisfava i requisiti di rigidità torsionale idonei a una supercar di tale caratura, dunque decise di passare a una scocca in fibra di carbonio. E invece di appaltare all’esterno la costruzione della scocca, come fa la maggior parte dei costruttori, ha pensato bene di farsela tutta in casa. Sfruttando proprio le conoscenze in materia tessile. Ecco allora che i giapponesi hanno adattato, affinato ed evoluto questi macchinari (ancora oggi Toyota è nel settore) per poter “tessere” la fibra di carbonio, con sensori di filatura al laser estremamente accurati. E attraverso tre processi di produzione, quali la stratificazione a mano Prepreg, l’iniezione di resina RTM e lo stampaggio ad alte temperature C-SCM, sono riusciti a crearsi la tecnologia per produrre, in tempi brevi e con costi relativamente contenuti, la CFRP (plastica rinforzata in fibra di carbonio) necessaria per costruire la scocca della LFA, che pesa 100 chili meno di quella in alluminio ed è infinitamente più rigida. Ma si sono creati, soprattutto, quella tecnologia che consentirà alle future vetture Toyota, non necessariamente sportive, di poter beneficiare di questo materiale leggero a tutto vantaggio dell’abbattimento delle emissioni.

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