Ford B-Max 1.0 EcoBoost, camera con vista

Ford B-Max 1.0 EcoBoost 120 cv Titanium

di Redazione

16.04.2013 ( Aggiornata il 16.04.2013 20:58 )

Presentazione

Pareva una questione riservata alle sportive, questa delle porte a effetto: quelle ad ala di gabbiano di Mercedes vecchie e nuove, le mitiche Lambo doors copiate da tuner e quadricicli a batteria, quelle (restate uniche al mondo) della BMW Z1 che venivano inghiottite dal brancardo.

O ancora, quelle controvento della Rolls-Royce Drophead che i francesi, facciano gli scongiuri gli eventuali proprietari, chiamano “portes suicides”. Negli ultimi tempi ci sono messe le monovolume: prima la Meriva 2, con i suoi sportelli posteriori che si aprono all’indietro — e già pareva una cosa tanto strana — e adesso la Ford, che non paga di mandarle indietro con uno scorrevole (questo già lo fanno in tante) infrange l’ultimo tabù eliminando il montante centrale. Il quale, ironia della sorte per un’auto che di nome fa B-Max, è internazionalmente conosciuto come B-Pillar. Se vogliamo, la primogenitura in epoca moderna (al netto delle numerose esecuzioni dei decenni passati) spetterebbe alla Mazda RX-8.

Ma in quel caso le porte posteriori, oltre che incernierate, erano minuscoli sportellini di fortuna. Stavolta la questione è più seria in quanto, spalancate entrambe le aperture, si crea sul fianco un varco di 1 metro e 55. Atteso che da un punto di vista della comunicazione e del marketing la trovata è semplicemente geniale (anche vostra moglie che di automobili non ne vuole mezza sa già che la B-Max è quella “che si apre tutta”), all’atto pratico a che serve? A una categoria di persone, soprattutto: alle famiglie con bambini in età da seggiolino. In questo caso, non avere intralci mentre si caricano prole e relativi supporti è un vantaggio assolutamente impagabile. Per il resto, a noi non è sembrato che la trovata sia così irrinunciabile, giacché anzi comporta più di una controindicazione.
 Intanto gli sportelli davanti sono pesantissimi; afferrare dalla panchetta quelli dietro per chiuderli richiede una contorsione assai difficile, e la movimentazione elettrica non è prevista nemmeno come optional; l’inevitabile spessore delle porte ruba qualche centimetro in senso trasversale; i batticalcagno molto larghi possono essere difficili da scavalcare, specie dietro, e rischiano di sporcare i pantaloni. Infine — ma con questo le porte c’entrano fino a un certo punto – il divano non è scorrevole, il che limita la versatilità dell’abitacolo ma (ancora di più) del vano di carico, piuttosto piccolo

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