Aston Martin V8 Vantage SP10, dal Ring con classe, prova su strada

Aston Martin V8 Vantage SP10, dal Ring con classe, prova su strada
Questa versione speciale si chiama SP10, come la classe che l’Aston ha vinto più volte alla 24 Ore del Nürburgring. Ecco come va

di Lorenzo Facchinetti

04.12.2013 ( Aggiornata il 04.12.2013 08:27 )

Presentazione

Se di corse ne masticate abbastanza, allora avrete già colto al volo il significato della sigla SP10. In caso contrario, ecco una breve spiegazione a tutto ciò: quelle due lettere e quei due numeri identificano le vetture di classe GT4 che gareggiano nel campionato tedesco VLN, il cui appuntamento principale è la celeberrima 24 Ore del Nürburgring.

E Aston Martin, con il VLN e in particolare la massacrante gara di durata sulla Nordschleife, ha un rapporto molto intimo: da anni partecipa a queste competizioni con vetture di classi differenti e quando debutta un nuovo modello stradale lo lanciano nella mischia della “ventiquattrore”, ogni volta con il gran capo Ulrich Bez al volante tanto per dare maggior enfasi all’evento.

Ecco allora che con due vittorie e quattro podi all’attivo in classe SP10 con la Vantage GT4 alla 24 Ore del Ring, Aston Martin non ha potuto fare a meno di creare l’ennesima versione speciale della sua sportiva d’accesso alla gamma. Che nella fattispecie è basata sulla V8 S, la variante più sportiva, bilanciata e piacevole fra le Vantage sebbene sia meno potente rispetto alla V12 6.0.

In realtà la SP10 è soltanto un allestimento speciale, non una variante tecnicamente modificata della Vantage S: le differenze riguardano ruote da 19 pollici specifiche con finitura diamantata, la tinta metallizzata Ceramic Grey e della bella fibra di carbonio per lo splitter anteriore e il diffusore posteriore. L’unica componente tecnica che la SP10 può vantare a differenza della Vantage S, è però il cambio meccanico.

Certo, la trasmissione robotizzata Sportshift II è ottenibile a richiesta anche su questa versione speciale (che esiste anche con carrozzeria Roadster), ma di serie c’è il quasi estinto manuale, soluzione che sta diventando un vanto proprio alla luce del proliferare di trasmissioni automatizzate su qualsiasi sportiva. A nostro avviso, in termini di piacere di guida, questo è un vero e proprio valore aggiunto. Perché consente di immergersi ancor di più nella guida “vera” su una sportiva che per “purezza” d’animo è quasi unica nel suo genere.

Bisogna ricordare infatti che la Vantage è un progetto che ormai ha parecchi anni sulle spalle, più di quanti se ne possano immaginare... Il suo design risale addirittura al 2003, quando venne presentata al Salone di Detroit la concept della prima Aston Martin “piccola” (AMV8 Concept) la cui firma era di Henrik Fisker, colui che diede poi vita all’omonimo marchio Fisker e alla bella ma poco fortunata plug-in ibrida Karma. Negli anni lo stile della Vantage non è stato mai pesantemente ritoccato — anche perché è ancora tremendamente affascinante e attuale — e pure la parte meccanica è stata evoluta ma mai stravolta completamente.

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