Range Rover Sport 3.0 TDV6, stile e agilità sorprendente: la prova

Range Rover Sport 3.0 TDV6, stile e agilità sorprendente: la prova
Riprende lo stile della Evoque, spalmandolo su dimensioni più imponenti, e ha un’agilità sconosciuta all’edizione precedente. Conclusione: ci sono tutte le premesse perché rimanga un’auto di gran moda

di Saverio Villa

13.12.2013 ( Aggiornata il 13.12.2013 10:05 )

Presentazione

Con la prima Range Sport del 2005, la Land Rover aveva fatto “bingo”: giocando sulla suggestione evocata dalla Range classica, nata quattro anni prima, aveva abbigliato la meccanica della Discovery con il design dell’ammiraglia sportivizzato, riscuotendo un successone. Che, sotto sotto, la raffinatezza costruttiva non fosse la stessa della Range “vera” poco importava alle signore che l’acquistavano (bianca, “ça va sans dire”) per i défilé urbani e così ne sono state vendute 380 mila nel mondo che — considerati i margini di guadagno connaturati a un prodotto di questa categoria — non sono propriamente uno scherzo. Così, quando si è trattato di mettere in cantiere la nuova Range, in Inghilterra hanno provveduto fin da subito a raddoppiare i tecnigrafi per progettare contemporaneamente la Sport e la “classic”.


Stavolta, quindi, le due auto hanno la medesima matrice, che, di questi tempi, è economicamente più furbo, anche se il tasso medio di tecnicismi e i costi produttivi conseguenti si sono alzati, soprattutto a causa della costruzione in alluminio, che ha reso i due modelli notevolmente meno pachidermici, a tutto vantaggio di tutto. Le veline dicono che il peso della Sport è sceso di 420 kg rispetto al passato. Noi, per la verità, abbiamo letto sulla bilancia un paio di quintali in più rispetto al dichiarato, ma bisogna riconoscere che la vettura aveva qualcosa in più dell’equipaggiamento standard e, comunque, rispetto alla Sport che testammo nel 2010, il dimagrimento è pur sempre di 250 kg.


Come dire che oggi si viaggia senza le quattro damigiane di vino (Château Lafite, qui il “ça va sans dire” torna quasi obbligato) che appesantivano l’antenata. Tuttora sembra di guidare una palazzina di un piano, per gli oltre due metri di larghezza a specchietti ripiegati e per l’altezza da terra del sedile, ma è innegabile che la sensazione di agilità e la confidenzialità che se ne traggono sono incredibili.


Detto questo, chi stesse eventualmente considerando l’acquisto, deve decidere se assegnare il comando delle operazioni alla testa o al cuore. Nel primo caso il dubbio tra un Suv grande e grosso, geneticamente modificato per generare un carattere marcatamente stradale, e una più manovrabile station wagon a trazione integrale, è lecito. Nel secondo, il connubio offerto dalla Range Sport tra stile, immagine, autorevolezza, prestazioni su asfalto e adattabilità più o meno a tutti i tipi di percorso presenti nella nostra biosfera, esercita un richiamo irresistibile.

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Design
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