Peugeot RCZ R, grinta e personalità da vendere, prova su strada

Design

Di lavoro ce ne deve essere stato tanto, visto che la RCZ R costa 10 mila euro — tondi, tondi — più della versione da 200 cv. Togliamo pure quelli causati da un allestimento arricchito da pelle e Alcantara, cerchi da 19”, fari allo xeno e un bel pacchetto elettronico aggiuntivo, resta comunque una differenza ragguardevole e, tanto per dirla tutta, il sospetto che dietro quella R un po’ rossa e un po’ cromata ci fosse solo una subdola speculazione per approfittare delle voglie represse di qualche sportivo un po’ sui generis ci è venuto.

Però poi ci siamo andati in pista – o, meglio, ci è andato il nostro tester delle grandi occasioni – e sono saltati fuori quasi gli stessi tempi di una Porsche Cayman S che costa 27 mila euro in più (optional esclusi).

E tutto si è improvvisamente chiarito: questa Peugeot è davvero una supercar. Low cost, per di più. Quello del low cost è un concetto che piace a chi deve aprire il portafogli tanto quanto fa drizzare i peli della schiena agli esperti di marketing delle case automobilistiche, che ormai ritengono questa definizione sconveniente: troppo popolare, poco ambiziosa, addirittura un po’ autolesionista. Praticamente un boomerang. E allora cambiamola in “right cost”, perché partendo dal presupposto che nessun costruttore vende auto per rimetterci del denaro (a meno che non si tratti di roba da caricare alla presa di casa, ma lì le logiche sono altre), la RCZ R è la dimostrazione che una sportivona dal prezzo giusto si può fare eccome. Oltretutto senza limitarsi a offrire un grande kart che ha fatto voto di povertà e ha caratteristiche incompatibili con la vita (di bordo) per stare bassi con costi e pesi. Perché la RCZ R è anche onestamente confortevole, sicuramente molto usabile e per un single o una coppia può essere davvero l’auto ognitempo. Ma allora, forse, sono gli altri a esagerare con i listini.