BMW X4, anti SUV, prova su strada

BMW X4, anti SUV, prova su strada
Dedicata a chi vuole più sportività, la X4 limita in basso tetto e seduta rispetto alla X3 per essere più dinamica. E ci riesce

di Lorenzo Facchinetti

08.04.2015 ( Aggiornata il 08.04.2015 00:49 )

Presentazione

Un centimetro di qua, un paio di là, ed ecco che la stessa immagine può essere stravolta. Capita con una giacca da uomo: un po’ più stretta in vita ed ecco che il taglio diventa più sportivo. Ma capita anche con le automobili: basta abbassare la linea del tetto e la scocca, ed ecco che un classico Suv può diventare un accattivante crossover sportivo.

L’abbiamo resa semplice, ovviamente, ma la realtà dei fatti è questa: BMW è stata estremamente abile nell’aver già osato, con enorme successo, applicando questa ricetta ad X5 e X6. E ora non ha fatto altro che replicare l’operazione in scala ridotta, dalla X3 alla qui presente X4. La linea del padiglione, a partire dalla porzione che sovrasta la testa del guidatore, inizia a scendere sinuosamente verso il portellone, creando quell’effetto coupé che tanti desiderano.

Ha inoltre abbassato il corpo vettura (di 36 mm rispetto a X3) e anche le sedute (del guidatore di 20 mm, ai posti posteriori di 38 mm), per offrire a tutti gli occupanti la sensazione di sedere su una sportiva piuttosto che su un classico Suv. Qualche rinuncia? Ovviamente sì, ma di poco conto: l’assenza del tergilunotto posteriore e il lunotto stesso più piccolo e inclinato rendono la visuale posteriore un po’ più problematica rispetto alla X3.

E anche il volume del baule perde giocoforza qualche litro, nella fattispecie da 550 a 500 (e da 1600 a 1400 litri a sedili reclinati). Peccati veniali che valgono la soddisfazione di avere un Suv più accattivante da vedere. E di fatto, più sportivo da guidare: la X4 infatti non è soltanto apparenza bensì c’è anche sostanza, grazie alla presenza di una taratura d’assetto più sportiva, dello sterzo a rapporto variabile e soprattutto del Performance Control, quella sorta di differenziale autobloccante posteriore che ripartisce la coppia anche fra le sole due ruote dietro, per garantire sia maggior motricità, sia un comportamento di guida più dinamico fuori dalle curve.

E se poi si opta per una delle motorizzazioni di punta, come la “35d” del nostro test equipaggiata con il 6 cilindri turbodiesel da 313 cv e 650 Nm che è il propulsore più potente fra i sei disponibili — ci sono anche il 20i, 28i e 35i a benzina; 20d, 30d a gasolio —, allora vengono fuori numeri da sportiva vera: oltre 240 km orari di velocità e uno scatto 0-100 in 5,2 secondi appena.

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