Jaguar XE, la grande sfida. Prova su strada

Jaguar XE, la grande sfida. Prova su strada
La berlina inglese, con i nuovi motori Ingenium, è una temibile rivale per Audi, BMW e Mercedes

di Lorenzo Facchinetti

08.07.2015 ( Aggiornata il 08.07.2015 08:55 )

Prestazioni

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La prima sensazione, una volta a bordo della XE, è quella di far parte della vettura, di esserci dentro e non sopra. Perché la posizione di guida è ottima e ci si sente avvolti — ma non costretti — da una plancia che riprende la filosofia stilistica “wrap around” introdotta dalla XJ, ossia quel motivo d’ispirazione nautico dove un arco sovrasta la parte superiore della plancia collegando i due pannelli portiera in un unico elemento.

I rivestimenti e le finiture sono gradevoli, sebbene le plastiche (quelle di fondo) e alcuni dettagli (maniglie apriporta) potrebbero essere maggiormente curati. In mano ci si ritrova lo stesso volante, sportivo, di piccolo diametro e piacevole nel design, delle sportive F Type. Il quale, peraltro, collega le mani del guidatore ai doppi bracci sovrapposti anteriori presi proprio della F Type. E tutto il bello della faccenda è proprio circoscritto nell’area avantreno, dove appunto ci sono una raffinata architettura per le sospensioni e uno sterzo elettrico dalla calibrazione eccelsa, come pochi altri in circolazione. Questi due elementi conferiscono alla XE una gradevolezza di guida percepibile anche senza volersi dilettare in una guida prettamente sportiva. La XE digerisce ogni tipo di curva, stretta o lunga e veloce che sia, con una nonchalance degna di una navigata coupé sportiva.

È precisa al millimetro negli inserimenti, stabile e bilanciata negli appoggi e infonde sempre una grande sensazione di agilità e leggerezza. Contribuiscono alla missione una scocca rigida e un ottimale bilanciamento dei pesi (quasi 50-50 fra avantreno e retrotreno), che rendono la XE omogenea e bilanciata anche quando viene strapazzata.

Insomma, se parliamo di puro piacere di guida, la XE non teme affatto una BMW Serie 3 (la più vicina per dinamismo) e anzi appare più pronta e precisa. Per quel che riguarda il motore, anche in questo caso il nuovo 2 litri Ingenium da 180 cv e 430 Nm è della partita e se la gioca con i migliori della classe. Ha dalla sua un funzionamento molto regolare: la risposta ai bassi è pronta e priva di lag, vanta una bella “schiena” ai regimi intermedi e frulla fino ad oltre 4500 giri senza tirar fuori la lingua. Paga soltanto, se paragonato ai quattro cilindri tedeschi, un pizzico di ruvidità in più e rumorosità a freddo.

Come al solito, ad esaltare le doti del propulsore ci pensa l’eccellente cambio automatico ZF a 8 marce (non il 9 rapporti perché destinato ai motori trasversali) che oltre ad avere una perfetta spaziatura dei rapporti risulta ottimamente calibrato per ogni situazione: cambiate lisce come l’olio nella modalità di guida normale, più rapido e secco in Sport con la costante in qualsiasi modalità di un convertitore di coppia che slitta pochissimo e dunque rende diretto e privo di filtri il rapporto fra motore e cambio. Parlavamo di modalità perché anche Jaguar, come tutti ormai, offre vari programmi di guida che modificano i parametri di risposta.

Nel caso della XE, i profili scelti non influiscono però in maniera macroscopica col rendimento della vettura, nemmeno sull’assetto (in questo caso l’opzionale Adaptive Dynamics) che si irrigidisce un poco ma non tanto da risultare fastidioso. Anzi, complessivamente lo smorzamento è ben calibrato e soddisfacente, soprattutto alla luce delle doti dinamiche della vettura.

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