BMW 220d cabrio, prova del nuovo diesel

BMW 220d cabrio, prova del nuovo diesel
Ha una capote rapida nell’azionamento e molto ben fatta dal punto di vista dell’insonorizzazione

di Saverio Villa

06.08.2015 ( Aggiornata il 06.08.2015 07:23 )

Prestazioni

4

Viaggiare col tetto aperto diventa un’emozione impareggiabile se si è al volante di una spider, la cui guida, generalmente, risente meno della sparizione di un elemento strutturale importante come il tetto in lamiera. Perché il passo corto minimizza i problemi di torsione e perché la ricerca del confort e dell’abitabilità è meno pressante, quindi i progettisti devono sottostare a pochi compromessi.

Con le cabriolet, la faccenda si fa molto più complessa e, in passato, non sempre i risultati sono stati davvero soddisfacenti in termini di prestazioni, tenuta di strada e gradevolezza di guida complessiva, anche se BMW è sempre stata tra le Case più attente nell’offrire prodotti con un buon livello di stradalità. I miracoli, però, non li fa nessuno. Per la Serie 2 Cabrio la scheda tecnica ufficiale recita un aumento della rigidità torsionale del 20% e di quella flessionale del 10% rispetto ai valori, già buoni, della versione precedente, ma per ottenere questo risultato è stato necessario puntellare la scocca con quasi 150 kg di rinforzi rispetto alla Coupé.

Sulla 220d in particolare, però, la disponibilità di coppia ai bassi regimi (400 Nm il picco massimo) è grande e, nella guida normale, ma anche in quella brillante, l’aggravio di peso nei confronti della versione chiusa è poco incisivo. Al di là dei dati dichiarati, durante il nostro test abbiamo misurato una diminuzione di 4 km/h in velocità massima, 5 decimi in più da 0 a 100 km/h e 4,5 decimi in più nell’80-120 in drive rispetto alla 220d Coupé provata sul numero di giugno 2014. E il fatto che in quel caso il motore fosse ancora nella configurazione da 184 cv non è così influente. E tra le curve non si avvertono ritardi di risposta allo sterzo, inerzie particolari e neppure quegli scricchiolìi provenienti dalle plastiche che normalmente tradiscono movimenti della scocca eccessivi. Anche se, in quest’ultimo caso, il merito può essere attribuito in parte all’accuratezza dell’assemblaggio.

La 220d Cabrio è agile, si inserisce rapidamente nelle traiettorie e si assesta altrettanto bene. Forse anche un po’ troppo, potrebbero pensare i cultori della guida, dal momento che, per quanto si maltratti l’acceleratore e ci si affanni tra una modalità di guida e l’altra, non c’è verso di schiodare le ruote posteriori dal punto nel quale vogliono stare. Per lo meno sull’asciutto. Ma tutto questo rigore veniva sicuramente accentuato sul nostro esemplare dalla gommatura optional: 225/40 e addirittura 245/35 dietro, contro i 225/45 di serie su tutte e quattro le ruote previsti dall’allestimento Sport.

Per ovvie ragioni di riduzioni di consumo e di emissioni, il servosterzo da idraulico è diventato elettrico: un passaggio che continua a far inorridire qualche purista ma che la BMW ha affrontato nel migliore dei modi. Sulla 220d Coupé l’avevamo giudicato uno degli elementi migliori per come riesce ad essere rapido ma non ansiogeno e, sulla più pesante Cabrio, dà risultati quasi altrettanto confortanti, a parte una comunicatività leggermente inferiore. Ovviamente beneficia del fatto che il lavoro “sporco” della trazione è a carico delle ruote posteriori mentre sulle prossime generazioni di Serie 225/40 R18 e post. 245/35 R18 1 e 2 avrà vita più difficile ma, intanto, godiamoci questo momento fin che dura.

Come al solito fa un figurone il cambio automatico a 8 marce in configurazione sportiva, con leve al volante e una gestione fine del convertitore di coppia che lo rende pronto e secco negli innesti quando lo si usa in modo concitato. E, oltretutto, incrementa il rendimento del motore, visto che la BMW dichiara per la 220d automatica risultati migliori della manuale sia in termini di accelerazione che di consumo ed emissioni. Sulla nostra vettura erano montati gli ammortizzatori a controllo elettronico, che comportano anche un abbassamento dell’assetto di 10 mm. Aumenta ovviamente la compostezza dell’auto e nelle modalità di guida Sport e Sport+ (le altre sono EcoPro e Comfort) le oscillazioni della scocca si riducono in modo molto evidente: la Cabrio più diventa “piatta” e reattiva - ma non rigida come una sportiva a tutto tondo – e molto piacevole sul misto stretto.

  • Link copiato

BMW 220d cabrio, prova del nuovo diesel

Torna su

Commenti

Leggi auto.it su tutti i tuoi dispositivi

Auto, copertina del meseAuto, copertina del meseAuto, copertina del mese