Renault Espace prova nell'iperspazio

Renault Espace prova nell'iperspazio
Si spoglia del suo vestito di monovolume ma conserva grandi doti di abitabilità e versatilità: l'abitacolo è hi-tech

di Lorenzo Facchinetti

21.09.2015 ( Aggiornata il 21.09.2015 00:23 )

Presentazione

State sereni, non si tratta di una Renault Capture che ha assunto di nascosto la famigerata pillolina azzurra e si è gonfiata così. Si tratta, per chi avesse perso qualche puntata, della nuova Espace. Sì, quella che trent’anni fa ha introdotto in Europa il concetto di monovolume e che per tre decadi è rimasta fedele a tutti i crismi di quella specie. Che, diciamolo pure, non è in via d’estinzione ma la sua sopravvivenza è stata minata dal fenomeno sport utility.

Così, per questa quinta generazione, Renault ha pensato di confezionare un’Espace tutta nuova che a nostro avviso è piuttosto furba: è un crossover, perché ha vagamente le sembianze di un Suv ma pure le linee filanti di una wagon sportiva. È alta ma la linea di cintura minimizza l’effettivo ingombro e al tempo stesso l’accesso a bordo è agevole, non occorre arrampicarsi o buttarsi già come fosse un vero Suv. Sfoggia, insomma, forme che teoricamente dovrebbero piacere perché sono quelle che oggi fanno tendenza. Ma una volta a bordo, scopri che non ha perso nulla della praticità, dello spazio e della versatilità tipiche di una vera monovolume, a differenza di un qualsiasi Sport Utility che invece di spazio a bordo ne ha meno di una familiare.

QUI CI SONO INFATTI cinque posti veri, nel senso che i posteriori sono rappresentati da tre sedili singoli, reclinabili e scorrevoli, con ampio spazio in larghezza e per le ginocchia, oltre a un pavimento piatto che non limita la sistemazione del passeggero centrale. Volendo, poi, è possibile ordinare una terza fila di sedili, il cui accesso è abbastanza agevole e lo spazio più che adeguato per due bambini oppure due adulti per brevi tragitti. La vera forza è poi rappresentata dal sistema One Touch, che consente di reclinare elettricamente tutti e cinque i sedili posteriori, per ottenere un piano di carico perfettamente piatto, attraverso una pulsantiera posta nel baule oppure dal monitor dell’impianto multimediale.

IL MONITOR è il protagonista della zona anteriore, l’elemento attorno al quale ruota tutta la plancia. Il ponte di comando è infatti rappresentato dall’enorme console centrale che pare appoggiata sulla plancia stessa. Difatti è proprio una sorta di ponte sospeso, sotto il quale si cela spazio a volontà per riporre oggetti o bottiglie. La parte superiore del ponte, invece, oltre che stilisticamente accattivante è anche molto razionale ed ergonomica: la leva del cambio automatico, stile cloche da aereo, può fungere anche da poggia mano; alla sua destra c’è un vano con tendina apribile che può contenere uno smartphone ed è dotato di due ingressi Usb; sopra ci sono i pratici tasti della climatizzazione e alcuni comandi di servizio e sulla sommità il grande schermo da 8,7 pollici del nuovo impianto R-Link2. Seguendo le ultime tendenze in materia, Renault ha deciso di posizionare il display in verticale. Ciò consente di offrire una maggior leggibilità e quell’effetto tablet che piace a molti.

Il sistema funziona proprio come una moderna “tavoletta”, con un’interfaccia intuitiva formata da grandi icone principali e chiari sottomenu per accedere alle varie funzioni. Che sono tantissime e dunque occorre studiarsi a dovere il funzionamento, a vettura ferma, onde evitare di distrarsi troppo. In movimento, invece, si può contare sul controller e i tasti fisici sul tunnel centrale per poter selezionare le funzioni senza dover toccare il monitor con un dito. Come ad esempio per il Multisense, cioé i programmi di guida che al solito variano la risposta di motore, cambio, assetto e quant’altro. Ma qui sono esaltati al massimo perchè nel passaggio da comfort a sport, ad esempio, cambiano anche la grafica della strumentazione, l’illuminazione ambiente (molto d’effetto la cornice a Led attorno alla console centrale) e persino il massaggio dei sedili.

PER QUEL che riguarda la meccanica, l’Espace oggetto della prova è la versione Initiale, cioé la più ricca, ed è disponibile con due motori: 2.0 TCe turbo benzina da 200 cavalli e il più appetibile 1.6 dCi a gasolio con doppio turbo da 160 cavalli e cambio doppia frizione EDC. Un ottimo propulsore, che però deve fare i conti con una massa piuttosto elevata di quasi 20 quintali effettivi. C’è di buono che il peso viene minimizzato da una soluzione che sulla Initiale è di serie: il sistema 4Control, le ruote posteriori sterzanti che donano all’Espace un’insospettabile agilità.

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Design
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