Lamborghini Aventador SV, prova su strada

Lamborghini Aventador SV, prova su strada
Lambo di tuono, 750 cavalli e 50 kg in meno di peso rispetto al modello standard, fa onore alla leggendaria sigla della Miura

di Saverio Villa

15.02.2016 ( Aggiornata il 15.02.2016 00:20 )

Presentazione

I grandi costruttori - quelli che hanno i piazzali pieni di auto in attesa di qualcuno che se le porti via, che si inventano campagne di sconti suicide e che venderebbero la mamma pur di guadagnare mezzo punto di “market share” - non hanno capito proprio niente. Per far denaro a palate e avere i clienti che dormono nel sacco a pelo davanti alla concessionaria, ansiosi di firmare l’assegno, basta mettere in listino una supercar.

Ma, attenzione, non una supercar normale: una super-super-supercar prodotta in tiratura limitata, di quelle che non possono assolutamente mancare nei garage di chi ha già tutte le altre e, comunque, deve confrontarsi quotidianamente col parco auto del vicino per non fare brutta figura. E in giro per il mondo, di questi “big spender”, ce ne sono molti più di quanti possiamo immaginarne noi che raccogliamo i bollini del supermercato.

La Lamborghini Aventador LP-750 Superveloce - SV per gli amici - è stata presentata nel marzo del 2015 accompagnata dalla dichiarazione che ne sarebbero state prodotte solo 600 per tutto il mondo. Risultato: “sold out” in men che non si dica, nonostante un prezzo base inferiore solo di un’inezia a 400 mila euro. E specifichiamo “base” perché la stessa Lambo ammette che quasi un’auto su due vendute passa attraverso il programma di allestimento su misura Ad Personam che, a prezzi “senza rete”, permette di soddisfare ogni genere di perversione estetica e non solo.

Va da sé che, sei mesi dopo, è apparsa LP-750 Superveloce Roadster. In quel caso, però, il prezzo cresceva a 436 mila euro e quindi, temendo che qualche cliente in ristrettezze potesse restarne intimidito e, magari, darsela a gambe (anche a Sant’Agata soffia occasionalmente il vento del realismo) si è deciso di produrne “solo” 500. Che, puntualmente, sono andate esaurite in un “amen”. A questo punto, chi ha la velleità di guidare un’Aventador SV può solo noleggiarsene una (5 mila euro al giorno, più una cauzione corrispondente a 6 o 7 volte la suddetta cifra, potrebbero bastare), rilevare il contratto di qualcuno che attende l’evasione del suo ordine, oppure trovare un usato “pochi km, sempre in box, telefonare ore serali”. Lamborghini, però, conserva un paio di SV coupé per le riviste specializzate, giusto perché si sappia in giro cosa si è perso chi non l’ha comprata, e una è proprio quella che vedete in queste pagine.

L’ASPETTO della super Aventador è differente - e anche un bel po’ più inquietante - rispetto a quello della versione standard. Questa specie di oggetto stradale non identificato esprime velocità, brutalità ma anche un’orgogliosa essenzialità, perché vuole essere una GT “vecchia maniera”, che non eccede nei contorsionismi tecnologici né stilistici per offrire emozioni basiche e dirette. Il muso è più affilato per ottenere una maggiore efficienza aerodinamica, sotto il paraurti posteriore si apre un cavernoso estrattore d’aria e sulla coda svetta l’enorme ala in carbonio regolabile - manualmente - su tre posizioni.

Manualmente? Certo: ma non per risparmiare denaro, bensì chilogrammi. Per la stessa ragione sono diventate fisse anche le prese d’aria posteriori, perché i motorini elettrici pesano, mentre la Lamborghini aveva la necessità di alleggerire la vettura. Il risultato aerodinamico, almeno quello dichiarato, è un’efficienza superiore del 150% e una deportanza accresciuta del 170%, a fronte di un Cx leggermente peggiorato (da 0,35 a 0,37). E all’interno sono spariti anche i tappetini e buona parte dei materiali fonoassorbenti, sono aumentati i particolari in carbonio ed è possibile avere perfino un tessuto di rivestimento a base dello stesso materiale: si chiama Carbon Skin, è brevettato dalla stessa Lambo e pesa meno anche dell’Alcantara, oltre che della pelle. Il risultato è stato una riduzione di peso di 50 kg (da 1575 a 1525 a secco), che possono sembrare pochi, ma bisogna considerare che anche l’Aventador standard approfitta generosamente della tecnologia del carbonio, come tutte le Lamborghini di ultima generazione, e ha già un peso piuttosto contenuto.

E poi, il sensazionale V12 di 6,5 litri è passato da 700 a 750 cv (altro buon risultato: qui non c’è una “vitina” del turbo da girare per far saltare i cv fuori come se fosse un gioco) il che ha comportato un miglioramento del rapporto peso/potenza da 2,25 kg/cv a un ancora più strepitoso 2,03. Ma a differenza di altre operazioni simili, tutti questi interventi non sono serviti a creare intorno all’auto un’aura irresistibile solo sulla carta, perché nello scorso maggio l’Aventador SV, durante una sessione di prove di pneumatici Pirelli con il tester-pilota Marco Mapelli, ha girato sul vecchio Nürburging in 6’59”73 ed è quindi una delle due sole vetture realmente stradali ad essere riuscita a rimanere sotto il tetto dei 7 minuti. E - potremmo aggiungere - è anche l’unica automobile nell’accezione classica del termine, visto che l’altra è un laboratorio semovente chiamato Porsche 918 Spyder, che costa(va) più o meno il doppio.

CONSIDERATO tutto - l’aspetto oltraggioso, le prestazioni scellerate, il confort sconcertante, il prezzo immorale e la sostanziale impossibilità di usare quest’auto per strada senza causare turbative all’ordine pubblico - chi sostiene che le supercar sono inutili, in questa Aventador trova conforto definitivo alla sua teoria. E forse è proprio per questo che la Superveloce è stata venduta come il pane.

 

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