La quarta generazione dell'ibrida più venduta di sempre torna ad avere un aspetto stravagante. La guida resta piacevolmente vellutata. Contenuti i consumi
29.07.2016 10:04
E pensare che ce l’avevano fatta a farla diventare normale, dopo quella prima versione che sembrava l’auto di Peppa Pig, e invece adesso, a 19 anni di distanza, la Toyota ci ricasca con una Prius IV che torna ad essere un oggetto circolante fuori dagli schemi. In realtà - sotto, sotto - uno schema logico c’è eccome: così come in quel lontano 1997 la Casa giapponese doveva sdoganare un concetto nuovo - quello ibrido, appunto – e lo fece anche attraverso uno stile diverso, discutibile ma impattante, oggi vuole imporsi agli occhi del mondo come paladina dell’idrogeno e ha lanciato la Mirai, prima vettura fuel cell di serie al mondo, identificata da un design controverso ma riconoscibile.
Ma per l’avvento dell’idrogeno deve passare ancora tanta acqua sotto i ponti, non fosse altro che per la mancanza di una rete distributiva. Tanto è vero che, attualmente, la Mirai è acquistabile in Europa solo in Danimarca, Germania e Inghilterra: gli unici posti dove per fare il pieno di idrogeno non occorre chiudersi in cantina per far reagire metano e vapore acqueo a 1100 gradi di temperatura e 20 atmosfere di pressione. Giustamente, però, Toyota vuole cominciare a lavorare subito sull’imprinting nell’immaginario collettivo e quindi ha esteso lo stile della Mirai, edulcorato ma mica tanto, alla nuova Prius, chiamata quindi a fare da testa di ponte tra qui e il futuro a fuel cell.
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Nuova Toyota Prius, l'ibrida "mette la quarta": la prova
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