Audi R8, supercar "sui binari": la prova

Audi R8, supercar "sui binari": la prova

Abbiamo provato in pista la seconda generazione di R8 in versione Plus da 610 cv: stabile e confortevole si guida con grande facilità. Forse anche troppo...

di Alberto Sabbatini

04.11.2016 10:04

Design

LA R8 ORIGINALE, quella disegnata dal nostro Walter De’ Silva nel 2006, aveva linee più morbide. De’ Silva spiegò che aveva voluto realizzare una GT per quelli della sua generazione, con cui divertirsi a guidare per le strade di montagna ma anche andare a teatro la sera senza sentirsi fuori posto. Un’auto elegante ma poco appariscente. Una anti-Porsche 911 ma più originale. La nuova R8, il cui stile è stato elaborato dal nuovo capo del design Audi, Marc Lichte, ha invece forme più sfacciate. Certe “morbidezze” del design di De’ Silva sono andate perse: le linee sono più spigolose, c’è una calandra aggressiva con una griglia a nido d’ape del radiatore che fa tanto racing. E un grande alettone nero carbonio sulla coda a tutta larghezza che mai De’ Silva avrebbe deliberato per non “sporcare” la linea. Simbolica anche la scelta di rinunciare al V8 Audi come motorizzazione alternativa per montare soltanto il V10 5,2 litri della Huracán in due fasce di potenza: 540 e 610 cavalli

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