Mercato auto Europa gennaio 2022: mai così rosso da 22 anni

Mercato auto Europa gennaio 2022: mai così rosso da 22 anni

Con 822.423 unità immatricolate, Ue-Efta-Regno Unito fanno segnare il -2,4% sullo stesso mese del 2021 e il -32,9% sul 2019

di Redazione

17.02.2022 ( Aggiornata il 17.02.2022 16:38 )

Il gennaio peggiore degli ultimi 22 anni. Si apre così il mercato automotive in Europa (Ue+Efta+Regno Unito), con un calo del 2,4% sullo stesso mese del 2021 e 822.423 unità immatricolate. I dati arrivano da Acea, l'associazione dei costruttori europei dell’auto, che evidenzia anche la drastica differenza con i numeri del 2019: -32,9%.

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Segno meno per quasi tutti i Paesi

Un quadro veramente difficile, all’interno del quale si evidenzia il dato che preoccupa più di ogni altro: tutti i 30 mercati dell'area sono in rosso tranne Islanda (+4,4%) e Cipro (+8,7%). La pandemia ovviamente rappresenta la causa maggiore, a cui si sono poi aggiunte la crisi dei microchip e la preoccupazione per un possibile ritorno dell’inflazione. Da segnalare, unico fattore positivo, la crescita del settore elettrico in tutti i Paesi.

Italia unica senza incentivi

E poi, guardando in casa nostra, ci sono i mancati aiuti da parte del governo che gravano ulteriormente su una situazione difficile, come evidenza l'Unrae, l'associazione delle case automobilistiche estere: “L'Italia - sottolinea il direttore generale Andrea Cardinali - continua ad essere l'unico fra i Major Market a non prevedere per il 2022 sostegni alla domanda di veicoli a zero o bassissime emissioni”. La Germania ha stanziato 2,1 miliardi di euro di incentivi, la Francia 1,25 miliardi, la Spagna 619 milioni, mentre il Regno Unito ha messo in bilancio 2,5 miliardi fra incentivi all'acquisto e investimenti in infrastrutture per il periodo 2022-2025.

Per sostenere consumatori e aziende nel passaggio alla nuova mobilità è necessario rinnovare almeno per il triennio 2022-2024 lo schema di incentivi per le vetture in essere fino allo scorso anno: uno strumento che ha dimostrato nei fatti di aiutare l'ambiente, anche rinnovando il parco circolante. Parallelamente è fondamentale una capillare infrastrutturazione del Paese, anche con punti di ricarica ad alta potenza, con un cronoprogramma dettagliato per l'investimento dei fondi stanziati con il Pnrr”, prosegue Cardinale, sollecitando contemporaneamente anche l'avvio di una complessiva riforma fiscale sul settore, soprattutto per le auto aziendali a bassissime emissioni. Senza incentivi, infatti, crolla la penetrazione di auto elettriche in Italia, che si piazza all'ultimo posto fra i Major Markets (quota gennaio 2022 Bev e Phev del 3,4% e 5%, rispetto al 10,6% e 8,8% degli altri quattro grandi mercati). Molto meglio per quello che riguarda auto ibride Hev, col nostro Paese al primo posto grazie agli incentivi della fascia 61-135 g/Km e alla indipendenza dalle infrastrutture di ricarica.

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