Game Over: il nostro governo deve decidersi ad aiutare l'auto

Game Over: il nostro governo deve decidersi ad aiutare l'auto

Stellantis realizzerà in Italia la gigafactory delle batterie per le auto elettriche? Cosa farà egli stabilimenti poco produttivi? 

di Andrea Brambilla

15.02.2022 10:54

Incentivi sì! Incentivi no! Sembra un ritornello di una canzone del gruppo Elio e le Storie Tese. Invece, e c’è poco da stare sereni, è un problema di una gravità enorme anche perché se non vengono previsti dal Governo degli aiuti al settore rischiamo di chiudere un 2022 con ancora meno vendite dell’anno appena trascorso. Senza considerare che ad oggi siamo l’unico Paese in Europa a non prevedere degli incentivi per l’automotive e resteremmo senza ombra di dubbio quello con il parco auto più vetusto.

Mentre siamo in chiusura di questo numero di Auto, c’è stato un incontro tra le associazioni di categoria e il Ministro dello Sviluppo Economico Giancarlo Giorgetti, che ha dichiarato: "Nonostante le difficoltà sono ottimista sul fatto che nelle prossime settimane insieme con il Mef presenteremo delle proposte per incentivi al settore dell’automotive". Le difficoltà per il Ministro sono quelle della nostra economia, ma - mi perdoni - quelle del settore automotive sono ben più gravi al punto che non riesce a risollevarsi e soprattutto vede un futuro molto incerto. La crisi dei semiconduttori e le problematiche di una prematura transizione verso l’elettrico sono due fattori che stanno frenando il mercato. Se la situazione della fornitura dei microchip vede una risoluzione entro i prossimi mesi, il passaggio alle auto a zero emissioni nel 2035 è sempre più incerto. Prima l’AD di Toyota e poi a ruota l’AD di Stellantis e di Volkswagen hanno sollevato dei dubbi sulla fine dei motori endotermici. Messaggi che confermano che questa transizione non è tecnologica ma climatica. Infatti, questa scelta è legata alla lotta giusta verso un abbattimento di emissioni di CO2, ma è da capire se ci sono alternative che possono essere prese in considerazione. L’Europa, ma soprattutto l’Italia, deve anche tenere presente quanto peserà l’impatto di questa scelta di spostarsi verso le auto elettriche. Si parla di oltre 73.000 posti di lavoro a rischio al 2040. La riduzione inizierà già nel periodo 2025-2030: sono attese 67.000 uscite più o meno volontarie. Una situazione che, noi di Auto, avevamo già da tempo denunciato invitando al nostro convegno del maggio scorso il Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali Andrea Orlando. Invito rifiutato come se il problema non esistesse.

Il Governo deve anche capire quale strategia attuerà Stellantis in futuro - il primo marzo la presentazione dei piani strategici - visto che hanno dichiarato che in Italia hanno il costo più alto nella produzione delle vetture. Ricordiamo che Stellantis ha restituito anzitempo il prestito garantito dal nostro Governo e quindi è “libera” di decidere il futuro delle fabbriche italiane senza avere un “debito” quantomeno morale.

La trattativa ora verte sulla costruzione della Gigafactory destinata alla realizzazione delle batterie per le vetture elettrificate. Stellantis ha previsto di realizzarne cinque, due negli Stati Uniti e tre in Europa, ma quella italiana sembra la più incerta e ora che il CEO Tavares non ha più “vincoli” con il nostro Governo potrebbe anche non costruirla, chiudendo comunque due stabilimenti poco remunerativi.

Il nostro Governo deve agire e presto per evitare che il settore produttivo dell’automotive per l’Italia sia solo un vecchio ricordo. Buon lavoro, ma occhi aperti!

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