Carburanti alle stelle, i benzinai protestano lasciando "al buio" le stazioni di servizio

Il prezzo della benzina sale ma gli stipendi restano sempre gli stessi. Gli italiani alle prese con la grave crisi inflazionistica che ha fatto schizzare il costo dei beni alimentari, delle bollette e dei carburanti si troveranno a dover affrontare anche un altro problema apparentemente piccolo ma destinato a diventare grande se si dovesse presentare in modo prolungato: fare rifornimento al buio di notte.

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La protesta

I gestori degli impianti Faib, Fegica e Figisc hanno recentemente annunciato che da lunedì 14 marzo lasceranno le luci spente nelle pompe riservate al self service durante le ore più buie se il Governo non interverrà sulla situazione rincari. La paura principale che ha spinto a prendere questa estrema (e anche un po’ bizzarra) decisione è quella di un inevitabile calo dei guadagni. Gli italiani infatti, giustamente infastiditi dalla fortissima crescita dei prezzi sono portati ad utilizzare meno i loro mezzi, così da risparmiare sul costo dei carburanti. Per essere più pratici, i benzinai stanno chiedendo a gran voce che il Governo adotti la cosiddetta “accisa mobile”, cioè quella che blocchi gli aumenti dell’Iva su diesel e benzina. Ma non è tutto, perché al problema del rifornimento al buio si aggiunge anche quello del pieno di carburante utilizzando la carta di credito: chi ha infatti un serbatoio da oltre 50 litri, si troverebbe obbligato ad effettuare due transazioni a causa del limite massimo di 100 euro al self service, a causa dei prezzi arrivati sopra i 2 euro l litro.

L’esecutivo da parte sua starebbe prendendo in considerazione un immediato intervento: in particolare il viceministro allo Sviluppo Economico Gilberto Pichetto Fratin avrebbe intenzione di proporre una sterilizzazione dell’Iva o di una modifica sulle accise stesse, che ormai rappresentano il 60% della cifra pagata quando si fa rifornimento.

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