Quella voglia di cavalli rimarrà solo nei sogni

Quella voglia di cavalli rimarrà solo nei sogni

Pandemia, inflazione, emissioni in più e la dolorosa guerra hanno soffocato la passione ed evitato i sensi di colpa

di Guido Meda

16.05.2022 11:58

Ho pensato di acquistare… velocità a buon mercato tra modelli senza tempo, ma hanno prevalso il momento e il buon senso. Confessione. Se ci fossero le condizioni sarei tornato nel mio loop tipico, quello della bulimia automobilistica, che soddisfa ego e desideri, ma non ha nessuna giustificazione razionale. Disponendo di un’auto della flotta aziendale, si era un po’ spenta la frenesia. Non dovrei dirlo, non qui, ma confesso di guidare quotidianamente una Stelvio Veloce di cui sono felicissimo. A parte qualche impazzimento elettronico legato al lavaggio del Fap (ma guido sempre in modalità Dynamic) e a parte un consumo davvero importante di Ad Blue, non ha nulla che non mi convinca. È bello il motore, bella la linea, belli gli interni e soprattutto è bellissimo guidarla.

Una vera Alfa, come ormai tutti hanno già ampiamente detto. Ho solo una fame di potenza che i miei 210 cavalli non soddisfano. È una fame che si sta rinnovando, come un desiderio naturale e carnale di quelli che tenuti a freno con un po’ di buonsenso poi spariscono. Cavalli a basso costo. E mi ritrovo a guardare persino la Bentley Continental GT della prima serie, con i suoi 560 cavalli, il suo dodici cilindri, il trionfo della pelle, un telaio niente male e il suo carico di classe devastante a dispetto di  una linea che non è certo da supercar. Da vero “usatista” quale sono sempre stato (è indole), ho visto che con 35/40 mila euro un esemplare di metà anni 2000 si porta a casa.

Vogliamo parlare di BMW M6 con il V10 la cui base finì persino in Formula 1? Una vecchia Audi RS 6, di quelle con il tiptronic che si spaccava solo a guardarlo? E quanto bella era la Jaguar XJR? È tutta roba che comporta budget da auto media se non da utilitaria. Ecco, però, ci frega il costo della vita alle stelle. Ci frega l’inflazione. Ci frega il Covid e ci frena la guerra con la sua sofferenza talmente vera e vicina da accendere qualcosa che è un misto tra la solidarietà e il senso di colpa. Ci frega pure - ma più marginalmente - la responsabilità di stare in un mondo che ti giudica con brutali immediatezza e superficialità, specie se hai una faccia minimamente nota. E ci frega anche la responsabilità virtuosa di guardare con affetto a un pianeta a cui le emissioni fanno oggettivamente male.

La passione è un bellissimo istinto che con l’intelligenza non va sempre d’accordo. Cerco di far prevalere la seconda, ma non toglietemi il gusto di addormentarmi progettando qualcosa che non farò. Nè vi giudicherò, mai, se manderete a segno il vostro colpo di testa. Solo un po’ di invidia. Al limite.

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