La corte USA respinge il ricorso di General Motors contro FCA

La corte USA respinge il ricorso di General Motors contro FCA

GM aveva accusato l'ex Fiat Chrysler di averle causato danni per miliardi di dollari corrompendo i funzionari del sindacato americano UAW

di Redazione

12.08.2022 ( Aggiornata il 12.08.2022 18:01 )

Si è chiuso oggi un nuovo capitolo della disputa legale che, negli Stati Uniti, vede contrapporsi General Motors con la ex FCA USA. Nel 2019, infatti, il colosso americano aveva accusato la Fiat Chrysler Automobiles di aver corrotto per anni i funzionari dell'UAW, causando di conseguenza danni alla stessa GM per miliardi di euro. La denuncia fu rigettata nel 2020, ma il Gruppo di Detroit aveva deciso di continuare la propria contro la concorrente, divenuta nel frattempo parte di Stellantis. Ora è arrivata una nuova sentenza dalla Corte d'Appello degli Stati Uniti per il Sesto Circuito, che ha confermato la sentenza precedente respingendo la causa.

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FCA-GM, la battaglia legale

Era il novembre del 2019 quando General Motors intentò la sua prima causa legale nei confronti dell'allora FCA USA. Il Gruppo americano aveva accusato Fiat Chrysler di racket, per aver corrotto alcuni funzionari del sindacato United Auto Workers al fine di rendere più vantaggioso per il Gruppo italoamericano il processo di contrattazione collettiva, causando danni diretti a GM. Nell'ambito dell'inchiesta, alcuni dipendenti di UAW e FCA vennero effettivamente arrestati, ma il tribunale federale respinse la causa di General Motors in quanto la vicenda non aveva causato danni diretti al Gruppo di Detroit.

"I costi del lavoro di GM non sono risultati più alti di quanto sarebbero stati in assenza delle tangenti di FCA – ha spiegato nella sentenza il giudice federale Paul Boreman, all'epoca incaricato di dirimere la questione - I costi di lavoro di FCA sono stati più bassi di quanto avrebbero dovuto essere. In altre parole i lavoratori UAW di FCA sono state le vittime dirette delle tangenti perché sono stati pagati meno". Aggiungendo che “GM ha accusato solo danni indiretti.

Una risoluzione che non aveva soddisfatto il management di General Motors guidato da Mary Barra, tanto che venne fatto un ricorso per sospendere l'ordine del giudice, secondo cui i vertici delle due società (la stessa Barra e l'allora CEO di FCA, Mike Manley) si sarebbero dovuti incontrare per risolvere la disputa. “perseguiremo nostre vie legali. Ci sono abbastanza prove e la nostra azione mostra nel dettaglio, come le tangenti multi-milionarie hanno causato danni diretti a General Motors" aveva dichiarato l'azienda in una nota dopo la sentenza del 2020.

Respinto il ricorso di General Motors

A distanza di due anni, è arrivata una ulteriore decisione in favore di FCA, nel frattempo confluita in Stellantis, che è stata sollevata dalle responsabilità attribuitele da GM. A emettere la sentenza è stata stavolta la Corte d'Appello degli Stati Uniti per il Sesto Circuito, che ha respinto il ricorso presentato da General Motors. "Anche accettando la teoria di GM come vera – si legge nella motivazione dei giudici - la catena di causalità tra le tangenti di FCA e il danno di GM è ancora troppo attenuata". In pratica, viene ribadita la linea secondo cui le azioni della ex Fiat Chrysler non avrebbero danneggiato direttamente i rivali di General Motors.

Al momento non è ancora chiaro se, dopo questa nuova sentenza, GM proseguirà la sua battaglia legale con ulteriori ricorsi.

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