L'opinione di Guido Meda: Un futuro elettrico tra dubbi e curiosità

L'opinione di Guido Meda: Un futuro elettrico tra dubbi e curiosità

La transizione della mobilità non farà tramontare la passione per “le sportive economiche” e le emozioni che trasmettono

di Guido Meda

15.02.2023 10:20

Ammettiamolo: siamo tutti disorientati, chi un po’ e chi un bel po’! L’industria automobilistica ha abbracciato un entusiasmone da futuro che in molti casi fa a pugni con le nostre paure di affezionatissimi del termico. Le Case dicono plug-in e noi rispondiamo in coro "ma biocarburanti, no?" Le Case dicono full electric e noi, sempre in coro, "ma idrogeno, no?". Se loro dicono hybrid, il solito coro dice addirittura "Diesel!"; che tra parentesi ormai è andato, morto e sepolto. Come se la sapessimo un po’ più lunga noi, sul domani, su ‘sto mondo matto che dice un milione di cose e poi ognuno ci aggiunge la propria facendole diventare miliardi.

Io: io invece, bene bene, non so. I dubbi sui capovolgimenti culturali in tempi record mi restano tutti. Diciamo che dove non posso determinare provo ad avere fiducia e ad accogliere le novità. Che ‘sto progresso in fin dei conti, anche quando ha galoppato come nell’ultimo ventennio, lo ha fatto in modo… progressivo. Perché allora avremmo dovuto ribellarci terrorizzati in massa alla digitalizzazione e ai social, mentre invece siamo qui tutti che facciamo la spesa online, che ci preoccupiamo di quale foto pubblicare su Instagram, di quale perla affidare a Facebook. Voilà. Per esempio, io all’ibrido ci sono arrivato e di ‘sti tempi ne apprezzo i vantaggi, ma proprio a tutto spiano. Anche se poi, paradossalmente, confesso che mi sto ritrovando a guardare con desiderio le piccole sportive, quelle che proverei a chiamare “le sportive economiche”. Come se avessi un rigurgito dei miei anni ’80 e ’90.

Forse sono rimasto un passo indietro, ma se ce ne sono molte in giro vuol dire che ancora hanno un senso, che potrebbero persino essere un investimento per quando la proporzione benzina elettrico comincerà a ribaltarsi, ma il parco circolante a combustione interna – mi auguro - non finirà vaporizzato all’istante. Cupra, Ford ST, Volkswagen GTI, Mercedes Classe A, Mini Cooper, BMW Serie 1, Mégane RS, Honda Type R, Toyota Yaris GR e pure Toyota GR86. La Yaris GR è già di culto, spinge dalla parte del rally dove han vinto il mondiale WRC con il giovanissimo Kalle Rovanpera. Piccole cose feroci insomma, che gridano, che stanno in strada, che non costano una fucilata, che frizzano sul mercato tenendo viva una passione che è comunque ad alto tasso di tecnologia e guarda già al pianeta, ai costi produttivi. Dicono che man mano che l’umanità cammina aumenterà la capacità delle batterie, si ridurranno i tempi di ricarica e si consolideranno altre fonti di energia oggi ancora poco diffuse. Tenuto conto di tutto questo magari ci abitueremo al sibilo con meno traumi di quel che immaginiamo oggi, senza necessariamente rinunciare alla passione a vantaggio della mobilità; che sono due cose diverse. La mobilità è andare da A a B. La passione è essere felici andando da A a B. Si può fare?

Qual è l’auto elettrica più potente al mondo?
 

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