L'Italia, quella spina nel fianco per l'UE: "Il bando ai motori endotermici non è sostenibile"

L'Italia, quella spina nel fianco per l'UE: "Il bando ai motori endotermici non è sostenibile"© LaPresse

L'Italia così come Polonia, Bulgaria e Germania si oppone al piano dell'Europarlamento: "Le auto con motore termico sono di proprietà di cittadini a basso reddito e rimarranno in circolazione oltre il 2035"

di Pasquale Di Santillo

01.03.2023 17:33

Il seme del dubbio, unito al buon senso, alla logica e all’interesse che non necessariamente coincide alla stessa maniera per tutti ha generato un dubbio ancora più grande. E il già celebrato via libera al definitivo bando alla vendita di auto a combustione interna dal 2035 ora è improvvisamente diventato molto ma molto meno sicuro. Così, quella che sembrava una formalità, una “passeggiata” dopo la votazione favorevole dell’Europarlamento si è trasformato in un rinvio. Il tutto con l’Italia protagonista di un annunciato per quanto clamoroso “no”.

RINVIO

Ma andiamo per ordine. Oggi era previsto il pronunciamento sulla materia del Coreper, cioè il consesso degli ambasciatori dei Paesi membri Ue, propedeutico alla decisione, questa sì finale del Consiglio d’Europa in programma il prossimo 7 marzo. E invece l’esame preliminare del testo già approvato come detto dall'Europarlamento è stato rinviato a venerdì. Il motivo? Semplice. La netta opposizione di Italia e Polonia, l’astensione della Bulgaria. E soprattutto la posizione sempre più dubbiosa della Germania che ieri per bocca del suo Ministro dei Trasporti, Volker Vissing ha, nemmeno troppo a sorpresa - già in estate, quello degli Esteri Lindner si era espresso in maniera negativa - minacciato un veto nei confronti dell’UE se la Commissione non farà un regolamento sugli e-fuels: “Alla luce dell’enorme flotta di veicoli già esistenti che abbiamo solo in Germania - ha detto Vissing - l’utilizzo degli e-fuels deve essere possibile. Solo in questo caso possiamo pensare a un compromesso sui limiti del parco auto e al momento non abbiamo conoscenza di proposte ma sono di dichiarazioni di rigetto da parte del Commissario Frans Timmermans”.

VETO TEDESCO?

Un veto, quello tedesco che andrebbe a compattare una minoranza di blocco e a ridurre il quorum. Infatti, per passare la delibera ha bisogno  della maggioranza qualificata, legata al voto favorevole del 55% degli Stati (15 su 27) che devono rappresentare il 65% della popolazione. Il no di Italia, Polonia, Germania e Bulgaria non intaccherebbe la maggioranza, ma fermerebbe al 58,15% la percentuale della popolazione rappresentata. Con l’inevitabile risultato della bocciatura del provvedimento verrebbe respinto. Il senso del rinvio infatti sta proprio nel tentativo di ricomporre le varie posizioni. 

POSIZIONE GOVERNO

La posizione del Governo italiano, anticipata su alcuni quotidiani stamane dal Ministro dell’Ambiente Gilberto Pichetto Fratin è piuttosto chiara, come la doverosa premessa. “L’Italia condivide ed è pienamente impegnata nell'obiettivo di decarbonizzare il settore del trasporto stradale, in quanto la riduzione delle emissioni di CO2 del settore, in particolare quelle derivanti dalle autovetture e dai veicoli leggeri, è essenziale per raggiungere gli obiettivi climatici dell'Unione”.

Dopo la premessa però, arrivano anche i distinguono partire dalla neutralità tecnologica per finire all’accessibilità collettiva. “Riteniamo che, nel settore del trasporto stradale, la decarbonizzazione debba essere perseguita nel rispetto dei principi di una transizione economicamente sostenibile e socialmente equa verso le emissioni zero e della neutralità tecnologica. Siamo certamente favorevoli all'elettrificazione dei veicoli leggeri. Non crediamo, tuttavia, che essa debba rappresentare, nella fase di transizione, l'unico percorso per raggiungere le emissioni zero. L’elettrificazione richiede cambiamenti significativi nell'intero settore automobilistico che devono essere pianificati e guidati con la dovuta attenzione, al fine di evitare effetti economici, industriali e sociali indesiderati. Le auto con motore termico sono di proprietà di cittadini a basso reddito e rimarranno in circolazione oltre il 2035. Il successo delle auto elettriche dipenderà molto dal modo in cui diventeranno accessibili per questi cittadini. Ma l’UE, stabilendo un obiettivo di riduzione delle emissioni del 100% nel 2035 e non prevedendo alcun incentivo per l'uso di carburanti rinnovabili, con un approccio prevalentemente normativo, ha proposto un regolamento non in linea con il principio di neutralità tecnologica. Pertanto, l'Italia non può sostenerlo".
 

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