Il mistero della Bugatti Aerolithe che scompare e riappare dopo 90 anni

Il mistero della Bugatti Aerolithe che scompare e riappare dopo 90 anni

La vettura è stata riprodotta fedelmente in ogni dettaglio da un appassionato e dal suo team: ci sono voluti ben 10 anni di lavoro

di Redazione

26.10.2023 ( Aggiornata il 26.10.2023 14:44 )

Difficile non aver mai sentito parlare della Bugatti Aerolithe, anche per chi di auto non ne mastica molto. La sua storia, infatti, ha dell’incredibile: la sua unica apparizione pubblica è quella all'Earl's Court Motor Show del 1935, poi una prova su strada nel 1936 e poi il nulla. Tra le ipotesi più accreditate della sparizione, c’è quella che la vuole perduta durante la Seconda Guerra Mondiale. Chissà quanto potrebbe valere oggi? C’è chi ipotizza almeno 150 milioni di euro. Tuttavia, nonostante la vettura sia sparita da moltissimo tempo, c’è chi non l’ha mai dimenticata e infatti, dopo 90 anni, è oggi possibile ammirare un esemplare identico all’originale.

Un lavoro lungo 10 anni

Il merito va a David Grainger, proprietario del The Guild of Automotive Restorers, che nel 2012 decide di ricostruire la vettura. Un’impresa titanica, considerato che di Bugatti Aerolithe rimanevano solo i progetti del pedale del freno e della griglia del radiatore e undici foto. Insieme al suo team, Grainger ha analizzato tutti i dettagli possibili dell’auto, digitalizzando le foto per poter estrapolare il maggior numero di informazioni. L’obiettivo, infatti, non è mai stato realizzare un modello simile, ma riprodurlo esattamente uguale.

Il progetto ha richiesto parecchio tempo (e tanti errori) ma finalmente è venuto alla luce. La prima cosa da fare era stabilire le esatte dimensioni della vettura originale e da lì è partito il lavoro sul telaio Bugatti Type 57 modificato (numero 57104) completo di motore, che Grainger già possedeva. E poi via con la carrozzeria. Anche qui, c’è voluto parecchio tempo prima di individuare l’esatto metallo da utilizzare che poi si è scoperto essere una particolare lega di magnesio, parecchio più fragile delle leghe moderne e quindi anche molto più difficile da lavorare (e con dispendio economico notevole).

C’è stata poi la questione del colore, non facile, considerato che le foto in possesso di Grainger erano tutte in bianco e nero. Caso vuole che venga ritrovato un dipinto a colori della vettura: questo ha permesso di confrontare la tonalità del quadro con quelle di tutti i modelli Bugatti prodotti, fino a identificare quella della vernice originale.

Ma la strada è ancora lunga. E comprende la contrattazione con Dunlop per fabbricare degli pneumatici su misura identici ai Balloon a fascia bianca montati sull’originale (fuori produzioni da decenni).

In totale ci sono voluti 10 anni, ma la caparbietà di Grainger e del suo team ha avuto la meglio, e tutto riporta alla Bugatti Aerolithe, compresa la velocità massima è di 64 km/h (proprio come nel 1935!). Cosa c’è di diverso? Il valore economico. La replica, seppur assolutamente identica, non vale più di 5 milioni di euro.

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