Nuova Lancia Ypsilon: la vera svolta dell'auto degli anni '80

Nata col brand Autobianchi e il nome Y10 riscrisse i concetti delle city car

di Arturo Rizzoli

20.02.2024 11:52

Quando nacque nel 1985, la Y10 ruppe molti schemi consolidati. Non è quindi certo un caso che il nostro giornale le dedicò la copertina. Dobbiamo aggiungere al proposito una curiosità: si tratta del primo numero del magazine che, appena nato, aveva cadenza settimanale! Ma torniamo all’auto che, oltre a catturare l’attenzione, con uno stile originale, soprattutto nella zona posteriore, ridefiniva il concetto di utilitaria. Con questa fascia di mercato condivideva infatti solo le dimensioni: era lunga 3,39 metri, ma per il resto era su un altro pianeta, in termini di abitabilità, comfort, equipaggiamento e finiture; in più sfoderava un design che rappresentata un salto verso la modernità, circostanza molto ben enfatizzata dagli spot televisivi, che sono un altro bel capitolo della storia della Y10.

Per calarci nelle definizioni molto diffuse al tempo, possiamo dire che nelle famiglie era la seconda auto in grado di rivaleggiare con le berline status symbol. Ma non fu un parto semplice, in più ci si mise anche un’… infanzia difficile. Ma andiamo con ordine: la Y10 deve il suo nome alla sigla di progetto usata come nome commerciale per richiamare, soprattutto all’estero e vedremo poi perché, la nobile tradizione Lancia che aveva usato in un passato ormai lontano le lettere dell’alfabeto greco. Ecco, sì la Lancia… all’estero. Perché fuori dai patri confini si sfruttava il prestigio del Marchio Lancia, come già in passato anche per l’A112; mentre sul mercato italiano si usava il Marchio Autobianchi, per dare una continuità alla allora ormai mitica e appunto ancora sulla breccia (come vendite) A112, che era nata nel 1969. La continuità era un valore non trascurabile in tempi in cui la fedeltà della clientela a un brand aveva quasi i connotati di un matrimonio, in un’epoca in cui i divorzi, ammessi per legge da poco di un decennio, non erano poi diffusissimi. L’eredità dell’A112 era, in quel momento, una necessità per ragioni anagrafiche ma era anche imposta da strategie commerciali e di posizionamento dei prodotti del Gruppo Fiat.

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Era da poco arrivata la Fiat Panda (1980), vettura piuttosto essenziale, quindi, per evitare concorrenze interne, l’erede dell’A112 si doveva collocare più in alto. Finì anche troppo in alto, di sicuro nel prezzo. Se si sfogliano i giornali dell’epoca, le cifre mostrano un listino non poi così lontano dalle rivali. Ma si sa che i numeri vanno sempre analizzati. Il prezzo del modello base non comprendeva tanti optional che portavano poi il conto finale a salire in modo rilevante. Risultato: all’interesse che suscitò al lancio, avvenuto al Salone di Ginevra, non fece riscontro un successo commerciale di uguali proporzioni. Fu necessaria un’operazione a quei tempi inusuale: un taglio del listino. Anche grazie a ciò la Y10 iniziò la sua lunga e fortunata storia, in Italia come all’estero.

Alla base di questo successo c’era della sostanza. Lo stile della vettura, innovativo con le sue linee tese, vantava però anche Cx 0,31, ottimo valore specie se si considera la ridotta lunghezza dell’auto, e ciò aveva con riflessi positivi sui consumi. Già al lancio fu prevista una versione turbo da 84 cv, che per l’epoca era un bel valore per un motore di 1 litro sovralimentato, ma il fatto più rilevante era il sistema che manteneva in pressione il turbo nella cambiate. La Y10 arrivò tra l’altro in un periodo in cui, complici i successi sportivi e di glamour dell’Audi quattro, la trazione integrale era di moda. Così questa utilitaria chic poco dopo il lancio divenne anche 4WD, con un sistema sviluppato dalla Stayer. La prima generazione durò oltre un decennio e vendette oltre un milione di esemplari, poi nel 1996 iniziò un nuovo corso col nome Lancia, la sigla che diventò solo Y e una carrozzeria dalle forme più arrotondate. Seguiranno la generazione del 2003 e del 2011 giunta sino ai giorni nostri, sempre caratterizzate da un’anima da piccole aristocratiche.

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