Urso risponde a Salvini sugli ecobonus: “solo il 2% ad auto elettriche”

Urso risponde a Salvini sugli ecobonus: “solo il 2% ad auto elettriche”

Il ministro delle Imprese e del Made in Italy ha detto inoltre che Stellantis, unica azienda automobilistica italiana, ne gioverà molto

di Redazione

08.05.2024 ( Aggiornata il 08.05.2024 10:41 )

In occasione del Salone Auto Torino, Matteo Salvini, ministro dei Trasporti, aveva toccato diversi punti che riguardavano il settore, fra cui quello degli ecobonus, dicendo che bisogna "lavorare per evitare che questo sistema di incentivi si trasformi in un suicidio assistito del settore automotive italiano. Nnon possiamo stupirci che le persone acquistino auto di produzione cinese se vengono vendute a prezzi quasi dimezzati rispetto alle dirette concorrenti europee". A fare da contraltare alle sue parole è arrivato un altro esponente del Governo, Adolfo Urso, ministro delle Imprese e del Made in Italy, secondo il quale invece "solo una parte estremamente esigua" degli incentivi, "pari al 2% circa", finirebbe ad auto prodotte in Cina.

Urso sulla questione bonus e Xiaomi

Secondo il ministro, il nuovo schema degli ecobonus è stato "ancor più disegnato su un modello della produzione nazionale e basato sulle esigenze dei ceti popolari". Inoltre, dice che "il piano incentivi è stato sottoscritto anche dal ministero delle Infrastrutture e quindi anche dal ministro Salvini. Riteniamo che Stellantis, la prima e unica azienda automobilistica del nostro Paese, possa cogliere questa opportunità per aumentare in modo significativo la produzione di auto in Italia". Insomma, stado a Urso il nuovo meccanismo sarebbe "italiano, rivolto su modelli realizzati prevalentemente nel nostro territorio".

Urso si è espresso anche in merito a Xiaomi, per cui Modena aveva sollevato la sua indignazione riguardo la scelta del produttore cinese di dare il nome della città emiliana alla sua auto SU7, dicendo che “dopo il mio intervento molto chiaro e netto di sabato a sostegno delle giuste rivendicazioni del sindaco, la Casa ha contattato il ministero per assicurare che non avrebbe utilizzato il nome per un prodotto realizzato interamente in Cina", sottolineando di voler "rispettare comunque tutte le norme sulle indicazioni fallaci a tutela del consumatore e della produzione nazionale".

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