Citroën C4 2.0 HDi, sostanza e confort

C4 2.0 HDi, sostanza e confort

di Redazione

29.03.2011 ( Aggiornata il 29.03.2011 16:08 )

Prestazioni

Scrivere che una Citroën è confortevole è più o meno come dire che la cioccolata è buona: talmente scontato da sfiorare la banalità. Eppure non è colpa nostra se chi ha progettato la C4 ha lavorato con cura estrema su questo aspetto. Al punto da far tornare di attualità la vecchia equazione, tipica di un mondo non globalizzato, di auto francese uguale ad auto comoda.
Talmente comoda che, nei primi chilometri, un dubbio ci ha assaliti: siamo sicuri che non abbia le sospensioni idropneumatiche? E questo ben sapendo che le molle ad aria sono riservate all’alto di gamma della marca. Perché, per quanto possa sembrare eccessivo, tra le capacità di assorbimento di una C5 — che le “idro” a controllo elettronico ce le ha, e che è un mezzo hovercraft — e quella della nuova C4 di differenza ce ne passa proprio poca. Nonostante abbia solo normali molle metalliche, si beve tanto i dissuasori in città quanto i giunti dei viadotti con la massima nonchalance.
Ovvio che per arrivare a tanto l’assetto sia morbido, e che quindi in accelerazione come in frenata si senta un certo beccheggio. E che nelle curve prese con più decisione il rollio si manifesti con evidenza. Questo però non compromette una dignitosa velocità di inserimento: pur non essendo per niente sportiva, la C4 mette infatti a frutto gli effetti di un limitato sottosterzo e affronta le successioni di curve e tornanti non senza verve. Quando si toglie il gas a ruote sterzate ovviamente tende a chiudere ma lo fa in modo progressivo, con un altrettanto graduale intervento del controllo di stabilità che parte solo quando proprio ci si va a cercare la sbandata.
Lo sterzo è rilassante, perfettamente intonato al carattere della vettura: più progressivo che preciso, trasmette un buon feedback e non evidenzia vuoti. Nell’insieme non ha, la C4, la consistenza e la reattività di una Golf o di una Giulietta. Però, pur così “soffice”, è anche agile. Quel che si dice: un ottimo compromesso tra tenuta di strada e confort. Che poi, parlando di confort, le sospensioni sono eccellenti ma il resto glielo mette il lavoro di fino operato sull’insonorizzazione. Parlano chiaro, a tale proposito, i dati fonometrici rilevati dal nostro Centro Prove. Che  la pongono al livello delle migliori della categoria a velocità autostradale: con i suoi 69,9 decibel rilevati ai posti anteriori a 130 km/h la C4 è un pizzico più “sonora” di Giulietta e Astra (rispettivamente, 69,3 e 69,6) ma fa decisamente meglio della Golf (71,6). In altre situazioni di impiego è ex aequo con la Giulietta (ad esempio, nei 71,4 db in accelerazione) mentre in altre ancora riesce ampiamente la migliore: succede ad esempio sul pavé, in cui segna 72,1 db contro i 74 della Opel, i 74,4 dell’Alfa Romeo e i 77,8 della Volkswagen.
 Molto validi anche i riscontri dei test sui freni: la Citroën si ferma da 100 all’ora in 35 metri secchi. E se in assoluto non è il risultato migliore — contro un’Astra che si arresta in 33,2 è ben difficile far meglio — conserva comunque oltre tre metri di vantaggio rispetto alla Golf. Ma è soprattutto sui fondi differenziati, e in particolare su asfalto e ghiaccio, che la C4 si fa valere: le bastano 30 metri, contro i 34,2 della Giulietta, i 36 dell’Astra e i 39,9 della Golf. I numeri insomma certificano la C4 come una macchina molto ben frenata. E il piede conferma, rassicurato da un gran mordente e da una risposta del pedale talmente efficace da richiedere un minimo di assuefazione, che sennò ci si ritrova a inchiodare a ogni semaforo costringendo l’ABS agli straordinari.
A PROPOSITO di risposte, sono valide anche quelle del motore. Un’unità davvero riuscita, il 2.0 HDi da 150 cavalli: pieno in basso, ha un’erogazione lineare e corposa com’è tipico dei turbodiesel PSA ed è abbinato a un sei marce dalla manovrabilità molto fluida. L’incontro tra la generosa coppia del motore e i rapporti particolarmente lunghi del cambio (già la quarta è molto stesa, quinta e sesta poi...) determina un appetito ragionevole, cui non è estranea l’attenzione al contenimento del peso (con 1436 kg alla bilancia, siamo a metà strada tra Golf e Giulietta). Apposta abbiamo scritto “ragionevole” e non limitato, perché con i suoi 13,1 km/litro a velocità autostradale da codice la C4 perde terreno di fronte ai 14,8 della Giulietta e ai 15,1 della Golf che — perdipiù — hanno 170 cavalli invece di 150. Migliore il rendimento nel ciclo urbano, dove la C4 (pur priva di Start&Stop) si prende la rivincita, con 14,4 km/litro, che vuol dire almeno mezzo chilometro in più delle concorrenti. Quanto poi alle prestazioni pure, sempre prendendo come riferimento l’italiana e la tedesca e i loro motori con 20 cv di vantaggio, la C4 non fa assolutamente brutta figura.
E a parte un netto distacco in velocità massima, si dimostra capace di cose egregie tanto in accelerazione (8”53 nello 0-100: la Giulietta stacca un 8”40) quanto in ripresa. Dove, senza far uso del cambio, sale da 80 a 120 in 10”65 contro i 10”31 dell’Alfa.
E poi non dite che la C4 è solo comoda...
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