BMW M135i xDrive, motore e cambio: non plus ultra

BMW M135i xDrive, motore e cambio: non plus ultra
Rivale di Audi S3 e Mercedes A 45 AMG, la BMW ha un vantaggio: può avere la trazione posteriore o 4x4. Ecco come va quest’ultima

di Lorenzo Facchinetti

08.01.2013 ( Aggiornata il 08.01.2013 10:43 )

Prestazioni

BMW M135i xDrive_4

Alla coppia motore-trasmissione di questa BMW bisognerebbe erigere un monumento. O sennò strapparla dalla scocca della Serie 1 ed esporla in una teca, come fosse un’opera d’arte. A memoria, infatti, non ci sovviene nessun’altra accoppiata fra propulsore e cambio così ben riuscita, affiatata ed efficace sia quando vai a spasso, sia quando le tiri il collo. Il 6 cilindri biturbo è davvero “tanto”, ad ogni regime e in qualsiasi situazione.

Certo, i cultori dei propulsori M aspirati non potranno godere nel vedere la lancetta del contagiri che sfonda gli ottomila. Ma per essere un motore sovralimentato si difende alla grande anche a regimi prossimi ai 7mila (sebbene sia più produttivo cambiare un po’ prima), e non stiamo nemmeno a raccontarvi quanto spinga forte senza farsi pregare già da mille giri.

Poi c’è lo Steptronic 8 marce, qui di serie in versione Sport. Non troviamo più aggettivi per descriverlo, tant’è riuscito l’onnipresente cambio ZF specie con calibrazione software BMW, la migliore di tutte: più confortevole di un doppia frizione nell’impiego normale, più secco ed efficace di un doppia frizione quando lo usi in manuale. Capolavoro assoluto. Tra l’altro, i numeri che scaturiscono dalla coppia più bella del mondo non lasciano indifferenti: in velocità la M135i si ferma a oltre 254 km orari effettivi ma pare averne ben di più, non fosse per il limitatore. E in accelerazione, grazie alla xDrive, bastano soli 4”64 per arrivare a 100 all’ora, che tradotto in soldoni significa viaggiare appaiati, o addirittura sopravanzare di poco, una M3 V8 4 litri...

Detto dei superpoteri di motore e cambio, passiamo al resto. Che, detto fuori dai denti, ci ha impressionato un po’ meno. È infatti una questione di aspettative, nel senso che da una vettura M Performance, da una tale grinta esteriore e da così tanta generosità in termini di prestazioni velocistiche, ti aspetteresti un comparto telaistico che segua la stessa linea. Invece, alla M135i manca quel pizzico di sale che avrebbe reso la ricetta perfetta.

A nostro avviso la vettura rolla troppo in curva, beccheggia in accelerazione e frenata, globalmente offre una sensazione di pesantezza e di non elevata agilità. E questo, curiosamente, anche in presenza delle opzionali sospensioni a gestione elettronica, che sinceramente fanno poco avvertire la loro presenza anche smanettando fra le varie posizioni Confort, Sport, eccetera.

Il motivo di questo comportamento crediamo di conoscerlo, in fondo: se avessero reso questa M135i molto più piatta e reattiva, avrebbe oltrepassato il confine immaginario che ci dev’essere fra i modelli M Performance e gli “M” veri. Perciò gli ingegneri si sono limitati allo stretto necessario, seguendo anche il diktat che le BMW odierne devono essere più confortevoli pur cercando di mantenere (talvolta non riuscendoci) il proverbiale piacere di guida del marchio bavarese.

Difatti comoda lo è parecchio, questa M135i. L’assetto assorbe piuttosto bene e anche lo sterzo appare orientato verso il turismo, più che al gran turismo: il comando è consistente e avverti la sua presenza, specie nei settaggi più sportivi; ma la scarsa sensibilità sui piccoli angoli, quella che rende la guida più confortevole in autostrada, giocoforza fa diventare lo sterzo un po’ “vago” quando hai voglia di impegnarti in mezzo alle curve. Per quel che riguarda la trazione integrale xDrive, il suo comportamento ci è piaciuto molto. È naturale che nel caso optiate per le quattro ruote motrici potrete scordarvi il puro piacere della trazione posteriore, in termini di sbandate controllate in pista a ruote fumanti.

Ma la prevalenza di coppia che finisce al retrotreno rende comunque la guida piacevole ed efficace, con le ruote posteriori che spingono forte fuori dalle curve eliminando sottosterzo (già di suo molto limitato, grazie alle modifiche all’avantreno) e arrivando anche ad un effetto sempre più sovrasterzante man mano che l’aderenza scende. L’indubbio vantaggio della xDrive sulle due ruote motrici, inutile dirlo, arriverà poi il prossimo inverno con le prime nevicate. Bene, infine, anche l’impianto frenante: in questo caso è potenziato e l’effetto si sente soprattutto nell’impiego più intenso, con una maggior resistenza.

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