Opel Mokka 1.7 CTDi Cosmo, un caffè corretto

Opel Mokka prova su strada

di Redazione

30.05.2013 ( Aggiornata il 30.05.2013 09:22 )

Prestazioni

Se fate molta autostrada e molta città (specie se vivete ad esempio a Milano e affrontate spesso i vialoni solcati dalle rotaie dei tram) la Mokka potrebbe alla lunga stancarvi. Perché il confort non è il suo punto forte. E lo diciamo subito per toglierci il pensiero, giacché per il resto, nel suo insieme, la macchina è davvero piacevole ed equilibrata.

Tanto “giusta” e facile che la mancanza di un ambiente un po’ più ovattato si nota alla svelta, dopo pochi chilometri. Vi concorrono un assetto rigido, che specie sulle sconnessioni urbane si traduce in risposte molto secche del retrotreno, e un livello sonoro in assoluto non terribile — lo attestano i 70,8 decibel che abbiamo monitorato a 130 all’ora, un dato in sé non malvagio — in cui sono tuttavia marcatissimi il rotolamento e, in misura molto minore, alcuni fruscii aerodinamici causati dagli specchi retrovisori.

E se per le sospensioni ci può anche stare che un molleggio controllato sia il conto da pagare a un comportamento agile, il rumore delle gomme non trova giustificazione e merita di essere corretto. Nell’insieme, dicevamo, la Mokka è una macchina gradevole. La seduta inevitabilmente alta dispone di un’adeguata gamma di regolazioni e, al netto della visibilità poco agevole sulla tre quarti posteriore – corretta dai sensori di parcheggio standard completati dalla telecamera posteriore, il controllo della strada è agevole in ogni situazione. Anche se il baricentro alto qualche limite fisiologico lo comporta, si iscrive in curva con appoggi rapidi e sicuri, giusto con un filo di rollio e un sottosterzo che si manifesta solo forzando parecchio l’andatura. Viceversa, successivamente a rilasci repentini il controllo di stabilità lavora con solerzia. E ci sta, visto che una certa velocità di reazione ai cambi di direzione il telaio ce l’ha.

Lo sterzo non è precisissimo e nemmeno straordinariamente diretto ma nell’insieme adatto al tipo di vettura e alla clientela verosimilmente molto trasversale che la guiderà. Un po’ più di carico in velocità, tuttavia, non avrebbe guastato. In compenso è difficile trovare difetti ai freni: il pedale è appena spugnoso ma il mordente efficace, gli spazi sono contenuti (37,1 metri da 100) e anche sui fondi differenziati i quattro dischi lavorano con omogeneità e potenza.

Arriviamo così a parlare di motore e trasmissione. Il quattro cilindri da 130 cavalli è un buon diesel passe-partout. Un po’ vuoto sotto i 2000 giri, rende bene fino ai 4000, quando l’allungo è esaurito e tende ad appiattirsi; rivela una notevole ruvidità, ticchettando anche parecchio al minimo. Più regolare che pronto, è capace di riprese toniche ma non realmente brillanti, come dimostrano i 13”61 necessari a passare da 80 a 120 senza scalare dalla sesta in quinta. Per ottenere rilanci più decisi, piede sinistro giù (la frizione non è di quelle che stancano il quadricipite, nemmeno in colonna) e mano destra che sposta la leva in avanti s’impongono. A proposito di cambio, ha un’escursione piuttosto breve e un accenno di contrasto che è esattamente quel che ti aspetti da una vettura complessivamente “turistica” come la Mokka. In questa logica rientra il fatto che disponga di rapporti sufficientemente lunghi. Nonostante una massa importante (1448 kg alla bilancia, 33 più del dichiarato) la Opel fa bene anche in accelerazione. Nello scatto breve (0-100 km/h: 9”5) recupera un decimo sul dichiarato e comunque stare sotto i dieci secondi con un SUV millesette turbodiesel fa in ogni caso un bell’effetto. Interessanti i tempi anche nell’allungo, con 31”20 per coprire il chilometro con partenza da fermo e la rassicurante sensazione di avere sempre un certo margine a disposizione.

Avevamo iniziato il discorso con una critica al confort, lo concludiamo con un apprezzamento alla voce consumi
. Ecco, qui la Mokka ci è proprio piaciuta. Abbiamo rilevato una media complessiva di 16,856 km/litro effettivi che, commisurata al peso e alla sezione frontale, sfavorevole com’è logico che sia su uno sport utility, sono un ottimo risultato. La controprova è nei singoli rilevamenti: in città abbiamo fatto i 15,802, in autostrada a velocità da codice i 13,510, nel ciclo extraurbano i 18,407 e marciando belli tranquilli a 90 orari costanti si arriva a sfiorare i 20. Alla luce di questi valori l’autonomia risulta così più che decorosa: 876 km in modalità media, che arrivano fino a 1025 guidando “economy” a 90 all’ora. Certo, con un serbatoio un po’ più capiente — 52 litri non sono gran che — si sarebbe potuto fare un po’ meglio.

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