Opel Mokka 1.7 CTDi Cosmo, un caffè corretto

Opel Mokka prova su strada

di Redazione

30.05.2013 ( Aggiornata il 30.05.2013 09:22 )

Rilevamenti e Tecnica

Tutt i i suoi suv la Opel li fa in Corea, nella fabbrica ex Daewoo, ormai da tempo Chevrolet, sfruttando le sinergie globali del Gruppo General Motors cui entrambi i costruttori appartengono.
Succede uguale per la Antara, gemella diversa della Captiva; e anche la Mokka nasce in estremo oriente, nella fabbrica di Incheon, la stessa da cui prendono forma Spark e Aveo. Oltre ovviamente alle quasi monozigoti Chevrolet Trax e Buick Encore. Strutturalmente parlando, la piattaforma Gamma II su cui è sviluppata, progettata a Rüsselsheim, in Germania, è la stessa – con gli opportuni adattamenti e le inevitabili differenze di passo, qui di 2 metri e 56 — dei modelli citati e della Adam, mentre invece la Corsa poggia sulla base SCCS, sigla che sta per Small Common Components System e che indica la stessa base meccanica della Fiat Grande Punto; l’ultima Meriva, tanto per completare il quadro delle “parentele” di pavimento tra le Opel piccole, è una derivazione ridotta della Zafira. perfett amente convenzionale, il Gamma II impiega un McPherson davanti e un retrotreno a ponte torcente, benché con disegni differenziati a seconda della trazione. Che quando è integrale prevede l’inserimento automatico.

Lo sterzo ha l’assistenza elettrica (il servocomando è calettato direttamente sul piantone) e il motore diesel, l’unico disponibile in alternativa ai due benzina (un 1.6 aspirato da 115 cavalli e un ben più interessante e moderno 1.4 turbo da 140) è il ben noto 1.7 CDTi. Siglato A17DTF, è nato a metà degli anni Novanta in Giappone progettato dalla Isuzu, è poi stato “adottato” e migliorato dalla Opel nel ‘99 che ha iniziato a impiegarlo sull’Astra di allora e, all’epoca dell’alleanza Fiat/General Motors, è transitato in GM Powertrain, con sede a Torino, dove praticamente — mantenendo solo il blocco in ghisa e l’albero motore (e la corsa lunga che deriva dalle misure interne) — gli hanno rifatto tutto quello che era possibile rifare, dalla distribuzione (bialbero a quattro valvole per cilindro) all’alimentazione (ovviamente common rail) fino ad arrivare all’attuale “output” di 130 cavalli.

Si tratta della stessa unità impiegata su alcune versioni dell’Astra e della Meriva oltre che sulla Chevrolet Cruze. Per il resto la Mokka non presenta peculiarità tecniche degne di nota, con la sola eccezione dei fari adattativi AFL (Adaptive Forward Lighting) al bixeno che, in collaborazione con la telecamera frontale dell’Opel Eye — la stessa che serve a riconoscere i segnali stradali — identificano 11 diverse condizioni ambientali adeguando di conseguenza il fascio luminoso. Vanno acquistati come extra a 1.000 euro ma il risultato è decisamente notevole.

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