Citroën C4 Picasso 1.6 eHDi, il confort è servito, prova su strada

Design

Evidentemente più centrale nelle strategie della Casa la C4 Picasso, vero tormentone degli spot tv e della cartellonistica di questi mesi. Fedele alla linea, la nuova generazione di cose nuove comunque ne ha, ben nascoste dove non si vedono ma contano: nel pianale, tutto nuovo, comune alla Peugeot 308 e appartenente alla famiglia delle piattaforme modulari che dalla MQB di Volkswagen in poi ha fatto proseliti. E che, come nel caso di Golf & Co., ha comportato l’effetto di un vistoso dimagrimento: qua i chili persi sono addirittura 140 (le Volks si “fermano” a una quintalata), e basta farci qualche tornante per capire che la macchina è più agile di prima. Anche se il dovere morale — tradizione di marca oblige — di dare la precedenza al confort piuttosto che al dinamismo tout court presenta il conto di un rollio importante e di uno sterzo abbastanza filtrato che, da che mondo è mondo, non sono mai stati amici di inserimenti particolarmente rapidi.

Ma la clientela-tipo della Picasso cerca ben altri numeri che non siano quelli dei centesimi necessari a infilarsi in una esse. Magari chiede una certa parsimonia nei consumi, e infatti la ottiene: con le toniche prestazioni del 1.6 diesel da 115 cv, intermedio tra il 90 cv e il 2.0 da 150, abbiamo sfiorato i 18 km/ litro di media: molto meglio della rivale designata, la C-Max con motore di cilindrata e potenza identiche, che supera di poco i 15. Certo, rispetto alla Ford la fattura è più alta (di 2.500 euro in media) ma i contenuti non sono banali, come potete agevolmente rilevare dalla tabella della pagina accanto. Con il vantaggio di un’offerta di optional perlopiù organizzata in pacchetti (non troppi, non troppo onerosi) verso la quale si indirizza tutta la nostra simpatia, visto che — mettendosi nell’ottica del cliente — non impongono di prendersi una giornata di ferie per studiare il listino e ordinare l’auto nuova.