In strada come in pista mostra doti eccellenti per un motore di cilindrata così ridotta

Semaforo rosso. “Quanto fa? Quanto costa? Dai facci una partenza!”. Un ragazzotto col berretto al contrario, che fa da portavoce di altri ragazzotti variamente berrettati che stanno sull’auto a fianco della “mia” Peugeot, mi sventaglia questa raffica di richieste accorate attraverso il finestrino abbassato. Oddìo, ma io questa scena l’ho già vissuta o sbaglio? Non sbaglio. Però quella volta ero su una <a href="http://it.wikipedia.org/wiki/Peugeot_205_Turbo_16" target="_blank">205 Turbo 16</a> e la partenza omicida glie l’avevo fatta davvero, peraltro gonfiando le piume come se fosse davvero mia.Stavolta invece niente. E non solo perché, adesso, per una bravata del genere si rischia la corte marziale. Piuttosto perché, incrociando alcuni riferimenti personali, calcolo che da allora sono passati 28 anni e la faccenda, chissà perché, smette improvvisamente di divertirmi. Alla Peugeot, invece, avrebbero di che baciarsi i gomiti per essere riusciti ad ottenere un’altra volta questo esito. Oltretutto con un’auto che — a differenza della Turbo 16, che era una caricatura spettacolare della 205 normale – esteticamente è solo una rivisitazione di un modello noto e già digerito dalla gente.Bisogna però riconoscere che già la RCZ standard è un’auto che crea un discreto scompiglio e la versione R non cambia di fatto le regole del gioco, però alza ancora l’asticella e finisce per essere perfino più dirompente. Leggermente più bassa, con i cerchi di maggior diametro, pneumatici ulteriormente ribassati e visibili, due bazooka che escono sotto il paraurti posteriore, stavolta uno per lato, e l’ala fissa sul cofano diventa proprio “the ultimate” RCZ, come dicono gli anglofoni quando devono sentenziare che su un certo tema proprio non si può fare di meglio. Sembrano sfumature, ma non lo sono. O, magari, lo rimarrebbero se non ci fosse anche una colonna sonora di ben altra portata che, quando si avvia il motore, raccorda tutte queste piccole differenze in un risultato finale il cui il totale sembra molto più della somma degli addendi.Che poi è un modo un po’ aulico per dire che, alla fine, senza dannarsi l’anima per stravolgere il progetto originale, gli stilisti Peugeot — ormai super impegnati a disegnare pianoforti, bici, tavole da surf e, ultimamente, divani — hanno ottenuto “un’altra auto”.Caso mai sono stati quelli del reparto Peugeot Sport che si sono sobbarcati la fatica di tirar fuori altri 70 cv da questo “millesei” e di rifare assetto, trasmissione (ora con tanto di autobloccante), sterzo e freni per metterli giù tutti – i 70 cv di cui sopra, sommati ai 200 che già c’erano — attraverso le ruote anteriori in un modo sufficientemente civile da evitare cardiopatie a chi la guida.

Di lavoro ce ne deve essere stato tanto, visto che la RCZ R costa 10 mila euro &mdash; tondi, tondi &mdash; pi&ugrave; della versione da 200 cv. Togliamo pure quelli causati da un allestimento arricchito da pelle e Alcantara, cerchi da 19&rdquo;, fari allo xeno e un bel pacchetto elettronico aggiuntivo, resta comunque una differenza ragguardevole e, tanto per dirla tutta, il sospetto che dietro quella R un po&rsquo; rossa e un po&rsquo; cromata ci fosse solo una subdola speculazione per approfittare delle voglie represse di qualche sportivo un po&rsquo; sui generis ci &egrave; venuto.Per&ograve; poi ci siamo andati in pista &ndash; o, meglio, ci &egrave; andato il nostro tester delle grandi occasioni &ndash; e sono saltati fuori quasi gli stessi tempi di una Porsche Cayman S che costa 27 mila euro in pi&ugrave; (optional esclusi).E tutto si &egrave; improvvisamente chiarito: questa Peugeot &egrave; davvero una supercar. Low cost, per di pi&ugrave;. Quello del low cost &egrave; un concetto che piace a chi deve aprire il portafogli tanto quanto fa drizzare i peli della schiena agli esperti di marketing delle case automobilistiche, che ormai ritengono questa definizione sconveniente: troppo popolare, poco ambiziosa, addirittura un po&rsquo; autolesionista. Praticamente un boomerang. E allora cambiamola in &ldquo;right cost&rdquo;, perch&eacute; partendo dal presupposto che nessun costruttore vende auto per rimetterci del denaro (a meno che non si tratti di roba da caricare alla presa di casa, ma l&igrave; le logiche sono altre), la RCZ R &egrave; la dimostrazione che una sportivona dal prezzo giusto si pu&ograve; fare eccome. Oltretutto senza limitarsi a offrire un grande kart che ha fatto voto di povert&agrave; e ha caratteristiche incompatibili con la vita (di bordo) per stare bassi con costi e pesi. Perch&eacute; la RCZ R &egrave; anche onestamente confortevole, sicuramente molto usabile e per un single o una coppia pu&ograve; essere davvero l&rsquo;auto ognitempo. Ma allora, forse, sono gli altri a esagerare con i listini.

Non pi&ugrave; giovane ma va bene cos&igrave;La logica dei comandi del sistema di infotainment, ma anche il display del navigatore a scomparsa e il monitor monocromatico tra gli strumenti sono alcuni dei dettagli che rivelano l&rsquo;et&agrave; del progetto RCZ. Ma la funzionalit&agrave; ne risente poco e a bordo ci si sente a proprio agio. Un disegno un po&rsquo; pi&ugrave; sportivo del volante sarebbe stato certo apprezzabile, mentre il rivestimento in pelle della plancia nobilita molto l&rsquo;abitacolo.I sedili sono uno spettacoloI sedili anteriori specifici della RCZ R, sono rivestiti in pelle e Alcantara, molto contenitivi e ampiamente regolabili. Anche il piantone permette regolazioni molto ampie in altezza e profondit&agrave; e praticamente chiunque pu&ograve; ottenere una posizione di guida ideale dal punto di vista sportivo. Pur non sedendo particolarmente in basso, ci si sente anche &ldquo;immersi&rdquo; nell&rsquo;auto.Bella anche da riempireLa forma della coda sembrerebbe disegnata per accogliere un motore e, in assenza di quest&rsquo;ultimo, lo spazio disponibile &egrave; stato capitalizzato per ricavare un bagagliaio insolitamente abbondante per una coup&eacute; 2+2: 321 litri sono un valore degno di una berlina compatta e diventano 639 se si abbatte lo schienale posteriore. Il vano &egrave; anche regolare e accessibilissimo. Gli strapuntini posteriori, invece, sono per lo pi&ugrave; d&rsquo;emergenza, perch&eacute; lo spazio per le gambe &egrave; sufficiente a malapena per dei bambini e, comunque, l&rsquo;accessibilit&agrave; &egrave; difficoltosa.&nbsp;

Che una coup&egrave; vada forte e sia pi&ugrave; o meno divertente, ce lo si pu&ograve; ragionevolmente aspettare. Che abbia un bagagliaio grande e accessibile e anche una visibilit&agrave; posteriore a 16:9 come nel caso della RCZ, invece no.Certo son cose che non hanno niente a che vedere col tempo sul giro, n&eacute; con la bella guida, ma non vanno sottovalutate, perch&eacute; le &ldquo;toy car&rdquo; ormai sono anacronistiche e avere per le mani una sportiva che sia eccitante in montagna ed efficace in pista, ma non faccia venire l&rsquo;esaurimento nervoso in citt&agrave; &egrave; un bel vantaggio.Detto questo, gi&agrave; l&rsquo;approccio statico alla RCZ R &egrave; fonte di soddisfazione, perch&eacute; i sedili anteriori ridisegnati da Peugeot Sport contengono, supportano e rassicurano, mentre il volante a tre razze ben dimensionato, la leva del cambio corta e la pedaliera in alluminio sono complementi d&rsquo;arredo che hanno un ruolo ben preciso nel creare l&rsquo;intimit&agrave; uomomacchina. Il posto guida non &egrave; quello della nuova scuola Peugeot, con la strumentazione da consultare sopra il volante, ma ci si pu&ograve; ritagliare ugualmente una posizione invitante: bassa, con le braccia alte e opportunamente raccolte e le gambe puntellate su entrambi i lati.Della visibilit&agrave; posteriore abbiamo gi&agrave; detto. Quella anteriore &egrave; comunque buona e permette di prendere tutti i riferimenti del caso. Si respira addirittura un&rsquo;atmosfera sommessamente racing che rende disturbante perfino il display del navigatore che spunta dalla plancia. Ma basta premere un pulsante e &ldquo;lui&rdquo; si ritrae, liberando l&rsquo;orizzonte. C&rsquo;&egrave; la chiave per l&rsquo;avviamento e non il pi&ugrave; suggestivo pulsante &ldquo;start&rdquo;, ma anche la cara vecchia leva del freno a mano invece dell&rsquo;ormai imperante e spesso anarchico pulsante: meglio cos&igrave; del contrario.La riaccordatura del sistema di scarico rende la voce della R pi&ugrave; stuzzicante, anche se non melodiosa come quella del boxer di una Cayman, per&ograve; che sia un motore &ldquo;trattato&rdquo; con competenza &egrave; evidente per chiunque stia dentro o fuori. Questo quattro cilindri, comunque, ha un carattere tutto da godere. La coppia massima &egrave; disponibile poco prima dei 2 mila giri, cio&egrave; una soglia sufficientemente bassa per cavarsela senza angosce nel traffico e sulle strade aggrovigliate, ma non cos&igrave; anticicome nel caso degli altri &ldquo;benzina&rdquo; della RCZ.In principio si ravvisa anche una sfumatura di turbo lag, poi, dai 2 mila ai 5 mila, la &ldquo;botta&rdquo; &egrave; davvero notevole e, specie sul bagnato, &egrave; bene tenere saldamente il volante con entrambe le mani anche sul dritto, perch&eacute; col differenziale Torsen autobloccante (al 37%) che mette gi&ugrave; tutti i cavalli, si ha quel tanto di effetto rodeo che, anche con l&rsquo;elettronica in azione, regala la preziosa consapevolezza di essere protagonista del proprio destino pi&ugrave; di quanto capiti su altre auto di prestazioni similari.Comunque non &egrave; finita, perch&eacute; fino ai 6500 ce n&rsquo;&egrave; ancora (il limitatore entra a 6800) e con un arco utile di giri cos&igrave; ampio, sul misto si possono tenere ritmi fantastici senza affannarsi sul cambio. Che &egrave; perfetto nella scelta dei sei rapporti e quasi altrettanto ineccepibile per precisione e rapidit&agrave;, oltre che pronto ad accettare masochisticamente qualsiasi maltrattamento.Considerato tutto, &egrave; inevitabile pensare a quanto ne avrebbero guadagnato la nuova Mini Cooper S e anche l&rsquo;imminente versione JCW (per la quale si ipotizzano circa 220 cv) se la BMW gli avesse infilato nel cofano il motore della R anzich&eacute; abiurare la famiglia dei quattro cilindri condivisi con Peugeot per passare alla nuova e profittevole generazione di propulsori modulari. L&rsquo;assetto &egrave; stato rivisto e irrigidito. In termini di assorbimento ha inevitabilmente perso qualcosa, anche se l&rsquo;ottima fattura dei sedili sopperisce egregiamente, ma questa RCZ &egrave; ancora pi&ugrave; incollata alla strada rispetto alle gi&agrave; notevoli versioni standard. In ogni caso, nonostante molle e ammortizzatori siano diventati pi&ugrave; tenaci, la Peugeot non saltella troppo sullo sconnesso e conserva sempre un ottimo grip.Con le nuove regolazioni non solo l&rsquo;inserimento in curva del muso &egrave; velocizzato, ma anche il retrotreno diventa pi&ugrave; comunicativo e se ne pu&ograve; sfruttare meglio la dinamica in percorrenza di curva, gestendo lo scivolamento sulle quattro ruote oppure stimolandolo con trasferimenti di carico forzati per chiudere la traiettoria. In uscita, poi, l&rsquo;effetto del Torsen &egrave; evidentissimo, perch&eacute; non ci sono pattinamenti scomposti che fanno perdere sensibilit&agrave; al volante e aumentano il sottosterzo, quindi &egrave; facile governare la RCZ anche se le ruote anteriori sono al limite dell&rsquo;aderenza sotto l&rsquo;effetto delle bordate di potenza che arrivano dal motore.Lo sterzo &egrave; abbastanza sensibile, pronto ma non ansiogeno, e difficilmente innesca&nbsp;reazioni brusche, che comunque vengono attenuate dal passo lungo. E, per finire, arriviamo al capitolo freni: davanti sono stati montati dischi da 380 mm e pinze a quattro pistoncini che tengono a bada senza difficolt&agrave; il peso della R, ridotto di un ventina di kg rispetto a quello della RCZ da 200 cv e praticamente identico a quello del modello base da 156 cv.Il risultato &egrave; che anche se l&rsquo;impianto viene sfruttato in modo crudele - pista compresa - ci sono ripercussioni minime sulla costanza di rendimento e sulla sensibilit&agrave; e la corsa del pedale. A questo punto, siccome per guadagnarci lo stipendio dobbiamo essere comunque critici, stigmatizzeremo la RCZ R perch&eacute; non ha la trazione posteriore, perch&eacute; non pu&ograve; trainare un erpice e perch&eacute; non viene rimborsata dalla mutua. Poi di cos&rsquo;altro ci si pu&ograve; lamentare?&nbsp;

La Peugeot RCZ R&nbsp;nasce da una rivisitazione profonda, da parte del reparto Peugeot Sport, della RCZ 1.6 16V THP da 200 cv, che &egrave; stata affinata praticamente in tutti i suoi elementi legati alla dinamica. L&rsquo;unica modifica strutturale riguarda l&rsquo;adozione del differenziale Torsen a slittamento limitato.Il monoblocco in alluminio del motore e l&rsquo;imbiellaggio sono stati irrobustiti e i pistoni, raffreddati a olio, sono stati sviluppati dalla Mahle e utilizzano una lega d&rsquo;alluminio impiegata anche in Formula 1. Il turbocompressore twin-scroll con condotti incrociati ha dimensioni maggiorate ed &egrave; nuovo anche il collettore di aspirazione, mentre il sistema di scarico &egrave; stato rivisitato anche alla ricerca di una sonorit&agrave; pi&ugrave; sportiva.I 270 cavalli ottenuti dal motore, comunque omologato Euro 6, fanno della RCZ R la Peugeot stradale pi&ugrave; potente di sempre e portano la potenza specifica a 170 cv/litro: un livello che, tra i quattro cilindri, &egrave; secondo solo al 2 litri Mercedes AMG delle Classi A, CLA e GLA 45 (360 cavalli totali e 181 cv/litro). L&rsquo;assetto ha regolazioni e angoli specifici che abbassano la vettura di circa 10 mm ed &egrave; stato irrigidito soprattutto al posteriore, mentre all&rsquo;avantreno sono stati montati dischi maggiorati (380 mm per 32 di spessore) realizzati con tecnologia dual-cast, vale a dire con la &ldquo;campana&rdquo; in alluminio anzich&eacute; in ghisa per risparmiare peso.Grazie anche a questo, il peso della R &egrave; pi&ugrave; basso di 17 kg rispetto a quello della versione da 200 cv, per una massa totale di 1349 kg effettivi. Le pinze freno anteriore, poi, sono a quattro pistoncini. L&rsquo;ala posteriore fissa sostituisce quella mobile delle altre RCZ.

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