Fiat 500C 1.2 Gucci - Opel Adam 1.2 Jam - Mini 1.6 One 75 cv, quelle giuste per i neopatentati, prova su strada

Fiat 500C 1.2 Gucci - Opel Adam 1.2 Jam - Mini 1.6 One 75 cv, quelle giuste per i neopatentati, prova su strada
Le tre city car più trendy e giovanili sul mercato. Con una particolarità: 55 kW/t, la formula magica affinché anche i diciottenni possano guidarle. Ecco come vanno

di Maurizio Voltini

18.11.2013 ( Aggiornata il 18.11.2013 10:35 )

Prestazioni

Su strada

Tutte e tre le vetture del servizio — la Fiat 500C, la Mini One e la Opel Adam — sono vetture piacevoli sia da vedere che da guidare, abbastanza ben accessoriate, piuttosto facili e agili.

Ma decisamente carenti in potenza. Non si tratta di scambiare la strada per una pista, e quindi ci perdonerete se qua ci togliamo subito un sassolino (anzi, un po’ di pietrisco) dalle scarpe, così poi non ci pensiamo più. Perché i cavalli concessi a chi si è appena “laureato alla guida” sono talmente pochi da risultare fastidiosi non solo dal punto di vista emotivo, ma anche da quello logico.

Alla guida ci si trova spesso in situazioni col piede a tavoletta — cosa che di per sé non è molto educativa — e si è portati a insistere più del normale con le marce basse, andando a compromettere i consumi.

Poi non vogliamo insistere più di tanto sul fatto che non avere riserva di potenza rende più difficoltosi (anche per chi ha già una certa esperienza) e quindi più pericolosi i sorpassi: ma resta uno stridente controsenso. Inoltre, se ragioniamo sul fatto che spesso un neopatentato non si può permettere nulla più della macchina di papà o dell’usato d’occasione, disturba alquanto pensare che invece i nostri politici ritengano ogni famiglia abbia la possibilità di comprare una macchina apposta per i figli appena diplomati.

Anche perché, e con questo concludiamo, a questo punto sono non pochi quelli praticamente costretti ad un “anno sabbatico” prima di tornare a guidare. Quindi su vetture a potenza libera, ma sempre senza esperienza e ormai lontani dalla scuola guida. Dunque, cambia qualcosa? Insomma, comprensibile impedire di guidare subito le Ferrari e le Porsche, ma non si poteva mettere un limite più equilibrato e logico? Bene, esaurito il livore della nostra ragione martoriata, possiamo apprezzare più serenamente gli altri aspetti delle tre protagoniste. Se da un lato è un po’ arduo giudicare in modo assoluto la dotazione — perché variabilissima grazie alle combinazioni di allestimenti e optional - è bello vedere che anche su vetturette di questa classe è possibile farsi mancare poco, sia per l’occhio sia per il confort di guida.

In tutti e tre i casi abbiamo un’abitabilità per quattro, si sta sufficientemente comodi pure dietro, con la Mini più luminosa: la superficie vetrata favorisce anche la visibilità. Lo sterzo è sempre sufficientemente leggero senza necessariamente impiegare gli eventuali sistemi di “turboservo”, un po’ di più sulla Adam che però è anche leggermente meno precisa. In questo contano anche le sospensioni e i pneumatici, che sulla Opel hanno fianco più alto: peraltro, ciò aiuta l’assorbimento delle asperità stradali e il confort, quando la Mini è sensibilmente più rigida e “diretta” nel contatto con l’asfalto (pur senza arrivare agli estremi di altre occasioni).

La 500C si posiziona un po’ a metà strada, con sospensioni più reattive della Adam e una buona agilità nel misto, fattore di cui peraltro nessuna è carente in questo confronto. A mancare, in conseguenza della potenza calmierata, sono invece le prestazioni pure, come possiamo verificare con i nostri rilevamenti strumentali (e non solo immaginare con facilità).

Va bene che il codice mette dei limiti anche nella velocità su strada, ma non andare molto più in là dei 160 orari significa che in autostrada siamo già vicini al limite di spinta. Alti anche i tempi sullo scatto da fermo, ma nemmeno scandalosi, con la Mini che fa un po’ meglio grazie al motore di maggior cubatura, che quindi distribuisce in modo migliore la potenza e la coppia nell’arco dei giri. Ciò aiuta pure nella guida reale, mentre le riprese strumentali sono state invece inficiate dal cambio a 6 rapporti (5 quelli di 500 e Adam) con quello finale decisamente lungo.

La rapportatura aiuta però la Mini nel caso dei consumi (specie a 90 e 130 orari), mediamente appena sotto i 16 km per litro, un valore buono anche se può essere peggiorato facilmente se nell’uso reale ci viene da insistere sulle marce basse, sempre per via della scarsa spinta. Se la Adam non risalta nei consumi, è proprio per i rapporti al contrario tendenzialmente corti, che si riflettono anche sulla rumorosità, al contrario della Mini; nel caso della 500C va anche valutata la presenza del tetto apribile in tela.

Per quanto riguarda infine le frenate, la Mini fa valere un progetto sviluppato per potenze ben superiori e con 35,5 metri per arrestarsi da 100 km/h offre uno spazio buono in assoluto, oltretutto confermato anche alle altre velocità. Quasi equivalenti la Fiat e la Opel, indubbiamente peggiori (quasi 39 metri) ma non talmente da far rizzare i capelli in testa, per vetture di questo segmento: potenze frenanti non superlative e sistemi ABS non certo da avionica militare hanno determinato questo divario.

Sempre per quanto riguarda la sicurezza generale, ricordiamo che abbiamo sempre almeno sei airbag montati (uno in più per la 500) e che sono disponibili, quantomeno fra gli optional, i vari sistemi di assistenza elettronica alla guida. Però la Adam è l’unica ad offrire sempre (anche sulla “base”) il controllo di stabilità di serie.

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