Musk, genio&Cassandra dell'automotive 4.0

Musk, genio&Cassandra dell'automotive 4.0

Per il n.1 di Tesla, l’economia va verso la recessione e taglia 10.000 posti di lavoro. Ma in Ford (e non solo) fanno l’opposto

di Monica Secondino

18.07.2022 09:44

“Mala tempora currunt sed peiora parantur”: corrono brutti tempi, ma se ne preparano di peggiori. Sembra una delle terribili sventure predette da Cassandra, in realtà oggi non è la sacerdotessa del tempio di Apollo a parlare, ma Elon Musk, che in questo periodo ha un’attività epistolare molto ricca. Prima ha scritto una mail ai dipendenti, intercettata da Reuters, dove dice di avere “super bad feeling” - cattive sensazioni - sull’economia. Per questo motivo spiega che la Società ha bisogno di tagliare il 10% della sua forza lavoro in tutto il mondo e non fare altre assunzioni. Quindi circa 10.000 impiegati rimangono a casa. Poi ha parzialmente ritrattato spiegando che Tesla ha in programma nei prossimi 12 mesi di aumentare il numero di “teste”, sebbene il numero di salariati complessivi non cambierà molto. Infine ne ha mandata un’altra dove dice che questo sarà un trimestre molto difficile, a causa dei problemi nella catena produttiva in Cina.

Sono messaggi molto forti, da cui trasudano grandi certezze, in un momento in cui nessuno pare averne. Le economie sviluppate e non si stanno confrontando con problemi che pongono nuove sfide sia alle alle Banche Centrali che ai Governi e alle Istituzioni. L’inflazione dopo 40 anni è dirompente e il rialzo dei tassi va dosato con precisione chirurgica. Jerome Powell, Presidente della Banca Centrale americana, nel rispondere alle domande dei Senatori durante la sua audizione al Congresso, è sembrato rassegnato ad accettare l’arrivo di una recessione economica. Il Governatore della Fed ha ammesso che un atterraggio morbido, con la guerra in Ucraina e le restrizioni per Covid-19 in Cina, pare oggi poco probabile. Elon Musk invece sembra essere proprio sicuro di questo e da qui l’annuncio del suo pesante “taglio”. Certo lui ha una posizione privilegiata. Tesla è l’azienda auto più integrata verticalmente al mondo: dall’estrazione mineraria ai chip e, come ha scritto recentemente Adam Jonas di Morgan Stanley in una sua ricerca: “Se la più grande azienda al mondo di auto elettriche lancia un allarme sull’occupazione e l’economia, gli investitori dovrebbero riconsiderare le loro previsioni sui margini e sulla crescita”.

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In questo momento però i dati sull’occupazione americana rappresentano un mercato in espansione, vicino al pieno impiego, se non già oltre. Per evitare che le tensioni salariali si riflettano ulteriormente su un’inflazione già alta è effettivamente necessario che il mercato del lavoro si raffreddi un po’. Oltre a Musk anche altri stanno attuando misure di licenziamento. Dall’inizio dell’anno 66 società americane legate alla tecnologia hanno licenziato personale, perdendo più di 16.000 posti di lavoro, secondo il tech job tracker Layoff.fyi. Nello stesso momento in cui l’uomo più ricco del mondo fa la Cassandra, Mercedes, BMW e Volkswagen sembrano essere un po’ più ottimisti e dicono di essere pronti a tornare alla piena operatività. Anche Ford sembra pensarla diversamente dal momento che ha annunciato un investimento di 3,7 miliardi di dollari nei suoi impianti produttivi statunitensi in Michigan, Missouri e Ohio, con la creazione di 6.200 posti di lavoro. L’obiettivo è rafforzare e riorganizzare le fabbriche per costruire un nuovo veicolo elettrico commerciale e aumentare la produzione di furgoni commerciali Ford Transit e dei pick-up elettrici F-150 Lighting. La Casa dell’Ovale blu ha inoltre comunicato che convertirà a tempo indeterminato 3.000 contratti part-time e che tutti questi dipendenti riceveranno subito un aumento di stipendio e la copertura delle assicurazioni sanitarie. Chi avrà ragione, Tesla o Ford? “Ai posteri l’ardua sentenza”, direbbe Manzoni. Noi tifiamo per Ford.

 

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