Škoda Kodiaq, il restyling conferma la sostanza

Škoda Kodiaq, il restyling conferma la sostanza

Prima presa di contatto con il Suv boemo, che ha rinvigorito lo stile in occasione del restyling di metà carriera. Motori tradizionali senza elettrificazione

di Cesare Cappa

24.02.2022 ( Aggiornata il 24.02.2022 10:19 )

Fuori tempo massimo. Da quando è stato ufficializzato e successivamente commercializzato il restyling di Škoda Kodiaq, sono passati diversi mesi. Ma tra Covid e carenza di chip, e chi più ne ha più ne metta, solo ora siamo riusciti a tastare con mano i cambiamenti.

La vettura, giunta a metà della sua più che onorata carriera, ha deciso (ovviamente) di mettere mano allo stile. Ma nel più classico pragmatismo Škoda le novità “vere” sono ridotte ai minimi termini. La partita si gioca sempre sugli stessi campi. Da un lato ci sono i gruppi ottici da rimaneggiare, dall'altro ci sono i paraurti da scolpire. Fatto sta che questo Škoda Kodiaq non sia poi molto diverso dalla versione antecedente il restyling.

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Restyling di metà carriera per la Škoda Kodiaq, che rinfresca lo stile e aggiunge contenuti ma resta fedele alle motorizzazioni endotermiche "pure"

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Škoda Kodiaq, pratico e risoluto

Va detto che tutte le versioni disponibili hanno di serie i fari full Led, con quelli di tipo matrix disponibili come optional (standard sugli allestimenti più ricchi). A dare un tocco sportivo ci sono nuovi cerchi in lega, che vanno ad arricchire una gamma già robusta, unitamente ad un nuovo spoiler posteriore.

Il claim “simply clever” è rispettato come da tradizione, con tutta quella serie di soluzioni intelligenti che definiscono la vita di bordo, amplificando la comodità del mezzo. Come il portaombrello inserito nelle portiere anteriori oppure il sistema di protezione delle portiere. Altro non è che una copertura in plastica che ricopre il bordo della porta quando si apre. Il meccanismo consente così di riparare la portiera se si fa poca attenzione nell'aprirla in spazi ristretti.

Tornando invece alle novità, da segnalare la presenza del quadro strumenti digitale. Disponibile a rischiesta – di serie su alcuni allestimenti – rappresenta di fatto l'elemento distintivo rispetto al passato. Nuovi anche i sedili con funzione massaggiante (optional) e il volante a due razze. Elemento questo che definisce l'intera gamma della Casa ceca. Sulle versioni sportive è invece a tre razze.

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Niente elettrificazione

Squadra che vince non si cambia. Oppure implementare una versione restyling con motorizzazioni elettrificate sarebbe risultato troppo costoso. Così Škoda Kodiaq presenta nuovamente i propulsori che l'hanno resa celebre. Unità che nulla hanno a che fare con l'elettrificazione.

Qui si bada al solo e pure alla sostanza. Disponibili quindi i benzina TSI e i turbodiesel TDI, tutti appartenenti alla generazione EVO. Il fronte ad ottani si apre a favore del 4 cilindri 1.5 TSI 150 CV con disattivazione selettiva dei cilindri ACT. E del 2.0 TSI proposto nelle potenze di 190 CV e 245 CV. Quest’ultimo riservato alla variante RS. I turbodiesel ruotano intorno al 4 cilindri 2.0 TDI EVO proposto nelle potenze di 150 CV e 200 CV.

Noi siamo saliti a bordo proprio di quest'ultimo, abbinato al cambio doppia frizione DSG a 7 rapporti e alla trazione integrale. Un'impronta da ammiraglia per una vettura che non nasconde in alcun modo le sue velleità di familiare a ruote alte. Spazio e comodità sono un plus di serie. La spinta dei 200 CV c'è, ma non è vigorosa come le attese. Basta per essere brillanti, ma non è sufficiente per correre. Pratica che poco si addice alla stazza e al baricentro di Kodiaq. Viaggia sicura e quando si esagera informa dei limiti sopraggiunti manifestando un certo sottosterzo. I prezzi partono da 30.950 euro sino ad arrivare ai 51.100 euro del turbodiesel da 200 CV in allestimento L&K. La nostra era una Sportsline da 48.050 euro.

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