Seat Leon 2.0 TDI FR, alla riscossa tra Golf e Audi A3

Seat Leon 2.0 TDI FR

di Lorenzo Facchinetti

03.07.2013 18:10

Rilevamenti e Tecnica

Come noto, la Leon nasce sulla base della piattaforma MQB del Gruppo VW e quindi condivide molte componenti con le sorelle Audi A3, Skoda Octavia e VW Golf. Anche Seat beneficia dunque di una scocca che grazie all’impiego di acciai a spessore differenziato ha permesso di risparmiare 90 chili. La MQB prevede anche il montaggio dei propulsori inclinati di 12° all’indietro e con il lato scarico verso l’abitacolo per una maggiore flessibilità in fase di produzione.

Il 2.0 TDI da 150 cv, lo stesso di A3 e Golf, è cambiato parecchio rispetto al turbodiesel da 140 cavalli: l’impianto di raffreddamento è stato riprogettato, doppio contralbero di equilibratura, nuovi cuscinetti per gli alberi a camme; tante piccole modifiche che assieme hanno migliorato non poco il rendimento. Per quel che riguarda le differenze fra Leon e le altre, la prima risiede nell’impianto frenante: fermo restando i dischi anteriori in comune da 288 mm, quelli posteriori hanno un diametro di 253 mm contro i 272 di A3 e Golf.

L’altra differenza riguarda, come accennato, il retrotreno. Nel caso della Leon da 150 cv l’assale posteriore è un ponte torcente: il più sofisticato multilink di Audi e VW, che però pesa 11 kg in più, favorisce sia l’handling che il confort. Quello che abbiamo capito analizzando la Leon è che almeno, fra queste gemelle del Gruppo VW, c’è coerenza nel posizionamento di mercato.
 
Dalla Seat all’Audi fino alla VW, le nuove compatte sono realizzate con grande cura ed elevati standard di qualità. Quello che le distingue è soltanto la bontà dei materiali, che logicamente è di livello base su Seat e notevolmente superiore su Audi; e in mezzo c’è Golf. Qualche esempio pratico: il rivestimento del baule della Leon è un cosiddetto agugliato liscio base, un materiale che assolve la sua funzione ma ha un aspetto un po’ economico; su A3, c’è sempre un tessuto della famiglia dell’agugliato, ma di qualità e di spessore superiori. Ancora, il carrier che supporta la plancia della Seat è in acciaio come pure quello dell’Audi; ma quest’ultimo ha beneficiato di un trattamento di cataforesi e verniciatura per proteggerlo meglio.
Oppure, Seat ha risparmiato su tutti i portaoggetti in abitacolo privandoli di un dovuto fondo in gomma o tessuto per evitare rumori e graffi, soluzione presente invece su Golf e A3. Insomma, per tenere un prezzo di listino un po’ più basso da qualche parte hanno giocoforza risparmiato. Ciò non toglie che il progetto e la realizzazione siano ottimi.

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