Mazda MX-5 1.8

Mazda MX-5 1.8

di Redazione

29.07.2009 ( Aggiornata il 29.07.2009 12:26 )

Prestazioni

Sono passati vent’anni, ma appena sali sulla MX-5 ritrovi ancora gli ingredienti vincenti della ricetta iniziale: una posizione di guida da vera roadster, il che significa gambe semi-distese, fondoschiena a pochi centimetri dal suolo, braccia a novanta gradi con le mani che impugnano un volante quasi verticale (ma dalla corona un po’ troppo grande) e maneggiano il solito “cambietto” dalla leva corta e dall’escursione altrettanto contenuta.
Anche il motore riporta alla mente le prime edizioni della Miata: il carattere del milleotto, sempre un po’ ruvido, diventa vivace soltanto nella zona più alta del contagiri. Ed è lì che bisogna mantenere l’ago se l’obiettivo è quello di ottenere prestazioni: dai 4500 in su per arrivare ben oltre la zona rossa, marcata a quota 6500 ma di fatto oltrepassabile di altri cinquecento giri almeno senza che il motore appaia strangolato.
La rapportatura del cambio, sebbene sia stata allungata un poco per favorire i consumi, appare comunque azzeccata e aiuta a mantenere il propulsore attorno al regime giusto. L’unico limite delle sole cinque marce lo si avverte in autostrada, dove una sesta di riposo farebbe bene ai consumi e alla rumorosità.
Quest’ultima, a capote chiusa, è piuttosto elevata (80,6 decibel a 130 km/h), dunque va da sè che la Mazda prediliga, ai lunghi spostamenti autostradali, un bel percorso misto da guidare. È in questa situazione che si apprezzano maggiormente le doti della MX-5. Magari con la capote abbassata, e se il vento vi infastidisce sappiate che coi vetri su e il piccolo frangivento in posizione la protezione dal vento è ottimale.
Nel misto, appunto, la giapponese sfodera tutta la sua proverbiale agilità: pesa 11 quintali appena e te ne accorgi al primo cambio di direzione, con la macchina che passa da una curva all’altra con grande rapidità senza che fenomeni di rollio o sottosterzo infastidiscano telaio e pilota. In tale contesto un plauso va allo sterzo, diretto e preciso come pochi dunque principale artefice delle sensazioni di maneggevolezza e reattività della Mazda. Reattività anche da parte del retrotreno, che continua a essere piuttosto sensibile ai trasferimenti di carico e dunque non disdegna frequenti sovrasterzi, ma soltanto in fase di rilascio perché data la contenuta cavalleria quelli di potenza sono decisamente rari. E molto progressivi, oltre che facilmente recuperabili, con la vettura che si “ferma” da sola senza creare quindi particolari apprensioni.
Se proprio non digerite tale comportamento, mantenendo inserito il DSC problemi non ce ne saranno. Positivo, nel quadro generale, il capitolo confort: le sospensioni sono tutt’altro che rigide, sebbene un po’ rumorose sullo sconnesso. Il lato negativo, invece, è rappresentato dai freni: gli spazi sono lunghi, la resistenza è soltanto modesta.
Mazda MX-5 1.8

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