Dacia Duster, la verità sul SUV per tutti

Dacia Duster il SUV per tutti

di Redazione

13.10.2010 ( Aggiornata il 13.10.2010 16:29 )

Prestazioni

E' un bell'andare a bordo della Duster, non c’è che dire. Non è il SUV più raffinato sul mercato ed è lontano dall’essere il più silenzioso, si guida agilmente e con notevole brillantezza sebbene non offra particolari spunti di sportività. Eppure, l’effetto benessere che rapidamente permea l’intero equipaggio risulta sorprendente, merito di una rara armonia tra tutti i componenti. Partiamo, una volta tanto, dalla rumorosità. Ebbene, lo strumento rileva effettivamente uno-due decibel in più rispetto ad altri modelli, ma in realtà l’orecchio fatica a distinguere il rombo del motore almeno fino ai 140 km/h indicati dal tachimetro, mentre fruscii e rotolamento dei pneumatici, pur avvertibili, hanno un tono nel complesso sommesso, segno che le fonti di rumore sono “armonicamente” accordate. Così, in definitiva, anche dopo ore di autostrada ci si trova tutt’altro che con le orecchie stanche.
Influiscono poi direttamente a questa bella impressione le caratteristiche dinamiche del veicolo, sapientemente calibrate. L’assetto è piuttosto morbido, ma non disturba; l’appoggio in curva appare docile e piuttosto pronto, mentre il peso contenuto (1400 kg effettivi, col pieno) contribuisce a una rara sensazione di agilità. Tanto che sin dai primi chilometri, ci si trova immediatamente a proprio agio, padroni di un mezzo leggero e guizzante tra le mani. L’assorbimento delle sospensioni è a sua volta esemplare, con buche e avvallamenti digeriti senza lasciar trasparire alcuna sollecitazione nell’abitacolo, a vantaggio di un pregevole effetto “velluto”. Lo sterzo è piuttosto leggero in manovra, pronto in marcia: pur lontano dal brillare per precisione, assicura un buon controllo in ogni condizione. Mentre a dispetto dei soli 109 cv le marce corte e la prontezza del motore invitano a brio e spigliatezza, sempre: condizione che la Duster accetta come “naturale”, a tutto vantaggio di un’azione tanto vivace quanto rilassante. Solo una guida più aggressiva mostra i limiti congeniti del mezzo: il coricamento si fa avvertibile e il sottosterzo più evidente, anche per via dei pneumatici dalla spalla generosa e più cedevole, con il conseguente aumento del sottosterzo e di una certa imprecisione nel mantenere traiettorie al centimetro. Ma si tratta di condizioni lontane dallo spirito dell’automobile, che nel risultare davvero a suo agio in ogni condizione è pienamente riuscita. Aggiungiamo che la stabilità appare del tutto convincente anche in manovre d’emergenza, con l’Esp – a richiesta – chiamato in causa solo raramente e per breve durata.
Motore e trasmissione assicurano l’altra fetta di guida piacevole. Il primo è rotondo, silenzioso ed elastico, aggiungendovi un brio generoso a partire dai 2000 giri a sua volta “alimentato” dai rapporti piuttosto corti del cambio; la trazione integrale, in modalità “Auto” con innesto automatico della spinta sull’asse posteriore, garantisce una motricità a tutta presa senza alcun pattinamento, al contrario avvertibile accelerando in uscita di curva con la sola trazione anteriore. C’è da dire che vi contribuisce attivamente lo stesso controllo di stabilità, che integra antipattinamento e controllo del sottosterzo: funzioni che elevano non di poco la resa complessiva della marcia, specie quando il ritmo di guida è più convinto. Le prestazioni rilevate lasciano solo conferme di tante belle sensazioni, con una velocità massima di tutto rispetto (169,3 km/h) ed uno scatto da fermo più che brioso (11”92), combinato a riprese vivaci sia in quinta che in sesta marcia quanto meno col motore su regimi dai 2000 giri in su. Bene, nel complesso, i consumi, dove giusto l’andatura autostradale vede registrare percorrenze un poco al di sotto delle aspettative (11,7 km/l). La frenata è a sua volta discreta ed affidabile, ma gli spazi di arresto sono leggermente più lunghi della media.
Maneggevole, equilibrata e godibilissima su asfalto, la Duster riserva belle performance anche in fuoristrada, dove sbalzi ridotti ed elevata altezza da terra (21 cm) permettono di affrontare disomogeneità del terreno anche importanti. Anche qui, le sospensioni lavorano magnificamente; la prima marcia molto corta (cambio rapido e ben manovrabile, a proposito) permette un bello spunto in salita insieme a discese lente sfruttando il freno motore, situazione dove tra l’altro aiuta non poco la possibilità di bloccare la ripartizione di coppia al 50- 50% tra gli assali, mentre il controllo di trazione incluso nell’Esp permette di continuare ad avanzare anche quando una o più ruote perdono aderenza.

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