Kia Sportage, addio low cost. Ora è "big"

Kia Sportage 2.0 CRDI

di Redazione

09.02.2011 ( Aggiornata il 09.02.2011 11:59 )

Prestazioni

La sensazione di dominio della strada è quella abitualmente offerta dai Suv: si sta in alto, con un ampio campo visivo frontale cui fa da contrappunto qualche limite in manovra legato al limitato sviluppo in altezza delle superfici vetrate, laterali e posteriori. Peraltro si può contare sul supporto dei sensori di parcheggio, di serie, integrabili a richiesta con la telecamera collocata sopra il vano targa: in posizione poco protetta, col risultato che in caso di pioggia le immagini risultano confuse. I comandi principali sono disposti correttamente, anche l’inclinazione del piantone ( comunque provvisto di regolazione sui due assi) è contenuta. Discutibile soltanto la collocazione di alcuni pulsanti piazzati in basso, a sinistra del volante: sono quelli dedicati al disinserimento dell’ESP, all’attivazione del controllo velocità in discesa e dell’Eco Mode. Quest’ultimo modifica la logica di erogazione della coppia e la gestione dei cambi di marcia della trasmissione automatica: permette di risparmiare quanto basta per andare un po’ al di là delle percorrenze attorno ai 10 km/litro che si registrano normalmente, niente di straordinario in assoluto ma in sensibile progresso rispetto alla precedente Sportage.
Del resto, per quanto migliorata nell’aerodinamica e affinata nella progettazione la Suv coreana resta sempre sui 1700 kg di peso. In più, di la trasmissione automatica con convertitore di coppia di stampo classico certo non aiuta. Propone sei rapporti con un finale relativamente corto (55 a 1000 giri) e una gestione delle cambiate che antepone la fluidità alla prontezza: anche nell’utilizzo in sequenziale, possibile soltanto attraverso la leva, i passaggi di marcia non sono dei più rapidi. Peraltro la trasmissione risulta in piena sintonia con il carattere relativamente pacifico della Sportage: complice la scelta di Kia puntare sulla versione meno potente del due litri turbodiesel coreano — 136 cv, Hyundai sulla sorella ix35 propone anche il 184 cavalli — tanto in ripresa che in accelerazione le risposte della vettura, pur consistenti, badano più alla progressività che alla cattiveria. Merito anche del motore che risponde sempre con gradualità, grazie a una sovralimentazione ben spalmata su tutto l’arco di utilizzo. La spinta del propulsore si estende sino ai canonici 4000 giri, per cedere vistosamente solo in prossimità del limite massimo, fissato a quota 4200. Il tutto senza dar vita a disturbi di rilievo: qualche traccia di vibrazione a freddo, rumorosità che acquista una certa intensità solo in accelerazione piena. Poi, in crociera, finiscono per prevalere i fruscii di origine aerodinamica, con la complicità del tetto in cristallo (a richiesta) presente sulla vettura in prova, mentre il rotolamento risulta chiaramente avvertibile solo nella zona posteriore.
A proposito dei generosi pneumatici da 18”, va detto che non compromettono le buone qualità di assorbimento della Sportage, capace di difendere i passeggeri da sconnessioni di ogni sorta. Il che non deve far pensare a un assetto particolarmente cedevole, anzi, il rollio è contenuto entro livelli più che tollerabili, buon presupposto per un comportamento bilanciato e gradevole: pronta negli inserimenti in curva (anche qui i pneumatici da 18” si fanno valere) nei cambi di direzione non soffre di ritardi evidenti e riesce a conservare un apprezzabile equilibrio anche a fronte di correzioni violente. Solo avvicinandosi al limite emerge un naturale quanto progressivo sottosterzo. In sostanza, sfoggia una bella disinvoltura anche sui percorsi misti, col contributo di uno sterzo preciso e progressivo, al di là di una sensibilità non eccelsa e dell’eccessiva leggerezza alle basse velocità. Nell’impiego fuori dall’asfalto la Sportage fa valere apprezzabili doti di motricità; casomai, i condizionamenti vengono dalla conformazione della carrozzeria ( lo sbalzo anteriore piuttosto lungo) e dai rapporti “ stradali” della trasmissione, cui sopperisce almeno in parte il controllo elettronico di velocità in discesa. A proposito di freni, l’intonazione del comando privilegia la progressività, mentre gli spazi di arresto risultano contenuti sino alle medie velocità per poi allungarsi sino a superare i 100 metri nella frenata da 160. La vettura conserva comunque un buon equilibrio anche nelle decelerazioni più violente, a dispetto del rilevante affondamento sull’avantreno.

 

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