Kia Sportage, addio low cost. Ora è "big"

Rilevamenti e Tecnica

Con la Hyundai iX35, la Sportage condivide l’architettura meccanica e le linee di produzione dello stabilimento slovacco di Zilina. A dispetto del notevole incremento di dimensioni, sulla bilancia fa segnare qualche decina di chili in meno rispetto a prima: merito, fra l’altro, dell’esteso ricorso ad acciai ad alta resistenza per la scocca portante. Le sospensioni poggiano sugli ormai abituali sottotelai separati e propongono schemi di impostazione prettamente stradale: avantreno McPherson, qui con molle disassate, mentre al ponte posteriore troviamo una più complessa articolazione a bracci multipli, in cui il posizionamento delle molle è concepito per limitare gli ingombri e non sottrarre spazio al baule. Il motore è la versione riveduta e corretta del 2.0 CRDi della famiglia R2, sulla Sportage proposto solo nella versione più tranquilla da 136 cv.
Tutto in lega leggera, dispone di variatore di fase su aspirazione e scarico, nonché di turbocompressore a geometria variabile. È abbinato a una trasmissione automatica a sei rapporti di stampo classico, sviluppata in casa dal gruppo coreano. Il vero punto forte è costituito dallo schema 4x4 battezzato Dynamax e firmato Magna Powertrain. La funzione di ripartitore centrale è affidata a una frizione multidisco a controllo elettronico: montata in prossimità del differenziale posteriore, in caso di slittamento provvede a trasferire progressivamente verso questo asse parte della coppia, che in condizioni normali finisce interamente alle ruote anteriori. Fra i vantaggi figurano il limitato riscaldamento in condizioni di forte slittamento e un minor assorbimento di potenza nella marcia in rettilineo. Il sistema dispone infine di blocco meccanico, a inserimento manuale, che fissa a 50/50 la suddivisione della coppia: può essere utilizzato fino a 40 orari.