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L'opinione di Guido Meda: Il diritto di vivere va oltre i sensi di colpa

Uno progetta di comprarsi la macchina bella, proprio quella che ha in testa da anni. Lo sfizio dei cinquanta o dei sessant’anni, magari dopo una vita passata a pensarci, a sacrificare, a mettere da parte. Perché è banalmente giusto che l’essere umano abbia passioni, desideri e aspirazioni.

Poi arriva qualcosa che ridimensiona tutto, cambia la prospettiva, deflagra e si trasforma in un senso di colpa che pervade, condiziona, blocca, spegne l’entusiasmo.

È normale anche questo, credo. Con il passare degli anni si diventa più sensibili, più reattivi rispetto al giusto e all’ingiusto, più attenti ai bisogni di figli e nipoti, più predisposti a sacrificare qualcosa di se stessi se le circostanze lo richiedono. Eccole le circostanze.

Leggi l'articolo completo sul nuovo numero di Auto, in edicola da 15 marzo.

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