Si chiama Amalfi – come la perla della Costiera – ed è la nuova coupé firmata Ferrari. Prende il posto della Roma e diventa il nuovo modello “d’ingresso” nella gamma del Cavallino Rampante. Un ingresso, però, tutto relativo: parliamo pur sempre di una supercar da 240.000 euro, ordinabile dal 1° luglio e pronta a farsi notare ovunque passi.
L’Amalfi è, tecnicamente, un restyling profondo della Ferrari Roma. Non un modello del tutto nuovo, ma un’evoluzione con tanta personalità in più, dentro e fuori. Le dimensioni restano le stesse: 4,66 metri di lunghezza per una granturismo slanciata, con due sedili anteriori comodi e due posteriori più simbolici che pratici – perfetti per bambini, o per un borsone da weekend. Ferrari la definisce “2+”, con quel tocco diplomatico che dice tutto e niente.
Evoluzione V8 per la Amalfi
Sotto il cofano ritroviamo il V8 biturbo da 3,9 litri, ma pesantemente rivisitato per garantire più prontezza e reattività. Ora eroga 640 cavalli a 7.500 giri/minuto, con una coppia di 760 Nm, spingendo la vettura da 0 a 100 km/h in soli 3,3 secondi e da 0 a 200 in 9 secondi netti. La velocità massima resta invariata rispetto alla Roma: 320 km/h. Ma il carattere del motore, ora più aggressivo e pieno ai medi regimi, rende l’esperienza di guida secondo Ferrari ancora più coinvolgente.
Perché chiamarla Amalfi? Semplice: a Maranello c’è una vera e propria tradizione nel ribattezzare i modelli a metà carriera. Serve a dare più identità all’aggiornamento e a conservare il valore storico del modello precedente. Il nome “Amalfi” suona benissimo per la nuova Ferrari GT. Elegante, evocativo, fa pensare al tempo libero, al divertimento, al piacere ed è tutto italiano.
Ferrari ha anche celebrato la nuova auto con un colore inedito: il Verde Costiera, una sfumatura tra verde acqua e azzurro ispirata al mare della Costiera Amalfitana. In gamma restano anche tinte iconiche come il Rosso Portofino (un rosso metallizzato), il Bianco Artico (perlato, con riflessi grigio chiaro) e il particolare Giallo Montecarlo, una tonalità calda e senape che fa risaltare le curve della carrozzeria.
Cambio di stile rispetto alla Roma
Esteticamente, la Amalfi mantiene lo stile morbido e sinuoso della Roma, ma si distingue subito per il nuovo frontale. Sparisce la griglia forata color carrozzeria, che era uno degli elementi più originali della Roma, sostituita da un “naso a squalo” più aggressivo, con un labbro aerodinamico in tinta. Un piccolo dettaglio che cambia molto l’impatto visivo, rendendo la coupé ancora più dinamica. Dietro, il tetto scivola in modo elegante verso la coda, dove spunta un accenno di spoiler integrato.
Ma è sotto pelle che la Amalfi cambia davvero pelle. L’obiettivo? Dare una marcia in più a questa granturismo, rendendola più vicina alle prestazioni delle berlinette sportive di Maranello. Il lavoro tecnico è stato profondo. In tanti aspetti. È stato adottato il sistema ABS Evo, mutuato dalla 296 GTB, che permette di frenare più tardi e con più stabilità in curva. Poi il brake-by-wire (cioè la frenata elettronica, senza collegamento meccanico) che rende l’impianto immediato e preciso come quello di un’auto da corsa. E poi c’è una nuova centralina elettronica Bosch – la stessa delle Ferrari più potenti – che gestisce un numero maggiore di parametri dinamici, garantendo maggiore controllo e reattività.
Più performance e il ritorno dei tasti fisici
Dal punto di vista aerodinamico, la Amalfi monta un fondo completamente riprogettato, un estrattore posteriore rivisto e, soprattutto, una nuova ala posteriore attiva. Invisibile quando non serve, si apre automaticamente in due posizioni (intermedia e massima) in base alla velocità e allo stile di guida. Può inclinarsi fino a 135°, generando 110 kg di carico aerodinamico a 250 km/h: un aiuto fondamentale per tenere incollata la coda a terra nei curvoni veloci. Il cuore pulsante resta il V8 da 3.855 cc, ma ampiamente rivisto: più leggero di 2,3 kg, con attriti ridotti grazie a lavorazioni metallurgiche di precisione e a un olio motore meno viscoso. Le turbine ora possono girare fino a 171.000 giri/minuto, e la loro rotazione è indipendente: una raffinatezza tecnica che migliora la risposta ai bassi e medi regimi.
Risultato? L’auto ha più allungo, più grinta e tempi migliori: ha 20 cavalli rispetto alla Roma e un'accelerazione ancora più bruciante guadagnando un decimo nello scatto 0-100 (3,3 secondi) Ma è soprattutto la sensazione alla guida ad aver fatto il salto di qualità, con un’erogazione più fluida ma anche più cattiva quando serve. Dentro cambia la filosofia.
Gli interni della Amalfi presentano un’importate novità. L’impostazione rimane quella a doppio cockpit: due gusci separati per pilota e passeggero, un modo per far sentire quest’ultimo coinvolto nell’esperienza di guida. Ma la grande innovazione è il ritorno alla fisicità dei comandi. Addio ai tasti touch: ora tutto si controlla con veri pulsanti fisici. Le frecce, il clacson, le luci e soprattutto il pulsante di accensione – tornato a essere un bottone rosso in alluminio, da premere con decisione – sono ora più intuitivi, pratici e affidabili. Una scelta nata anche dal feedback dei clienti, specie quelli che usano la Ferrari in pista e si sono ritrovati a combattere con comandi touch che non rispondono se si indossano i guanti ignifughi.
Ferrari ha ammesso l’errore e ha deciso di tornare al classico: una scelta contro il trend, ma assolutamente sensata. Tanto che presto questo nuovo approccio sarà esteso anche ad altri modelli come Purosangue e 296 GTB.
La nuova Ferrari Amalfi è tutto ciò che una granturismo moderna dovrebbe essere: elegante, veloce, confortevole, ma anche capace di divertire e coinvolgere chi è al volante. Non nasce per la pista, ma non teme la guida sportiva. E, cosa ancora più interessante, riesce a fare tutto questo senza snaturare il Dna Ferrari. È una Roma che si è perfezionata, si è messa in forma e ha imparato dai propri errori. Il risultato è un’auto che guarda al futuro senza dimenticare il piacere di guida, l’emozione, e anche quel pizzico di follia meccanica che rende ogni Ferrari diversa da tutte le altre. Peccato soltanto (per gli acquirenti) che questo profondo upgrade la Ferrari lo farà pagare salato: dai 220mila euro della Roma il prezzo della Amalfi è salito del 10% circa, a 240mila euro.