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BYD Dolphin Surf, rivoluzione elettrica a meno di 20.000 euro

Piccola, ma con contenuti da grande. La Dolphin Surf, ottava vettura portata in Europa da BYD, è la prima elettrica di segmento A del colosso cinese, e punta a ritagliarsi lo spazio di mercato delle auto a batteria dal prezzo accessibile, offrendo contenuti tecnologici da segmento superiore unti a un prezzo d’attacco competitivo.

Come è fatta

In realtà la Dolphin Surf è già in vendita in Cina, con il nome di Seagull, ma le dimensioni cresciute rispetto all’omologa d’oriente per rispettare le omologazioni di sicurezza dei Crash test europei, hanno portato il board cinese a ribattezzarla. È lunga 3,99 metri, larga 1,72 e alta 1,59, ed è caratterizzata da un passo di 2,5 metri che piazza le ruote praticamente ai quattro angoli, contenendo così gli sbalzi. La parte distintiva del design è la financata, scolpita da linee nette che non hanno solo la funzione di movimentare la silhouette, ma hanno anche una funzione aerodinamica, creando canali che permettono di mantenere puliti i flussi d’aria. Il tetto è piatto e a effetto flottante, grazie alla sezione in nero lucido del montate C, e termina in coda con uno spolier abbastanza pronunciato che ne prolunga la linea. Linee pulite e nette definiscono anche la parte anteriore, dove le luci diurne con i Led verticali contribuiscono a dare personalità allo sguardo. Il posteriore della Dolphin Surf, è invece caratterizzato dalla firma luminosa composta dai proiettori principali uniti da una striscia di Led a tutta larghezza.

Le caratteristiche dell'abitacolo della Dolphin Surf

Nell’abitacolo si toccano con mano quei contenuti da segmento superiore. Plastiche morbide si alternano a superfici più rigide, in un ambiente arricchito dai sedili elettrici e in pelle vegana. La strumentazione è racchiusa in un piccolo cluster dietro al volante, mentre il display da 10,1 pollici - che come su tutte le BYD ruota di 90° in posizione verticale - fa da interfaccia all’infotelematica. Il sistema è compatibile con apple car play e Android auto, è aggiornabile via OTA e offre anche l’assistente vocale. Sotto al display, la plancetta con i comandi fisici dedicati al cambio, radio, aria condizionata e modalità di guida. C’è posto per quattro, con il baule che va da 308 litri di capacita un massimo di 1.307. Infine, tra le dotazioni extra, la connettività NFC per la chiave digitale, un pacchetto completo di ADAS, la telecamera perimetrale 360°, che si può richiamare anche con un tasto dedicato sulla razza sinistra del volante e la tecnologia V2L che permette alla Dolphin Surf di ricaricare dispositivi come una powerbank.

La scheda tecnica

Tecnicamente, al Dolphin Surf è realizzata sulla piattaforma e-Platform 3.0 con due tagli di batteria a chimica LFP e motore offerto in due step di potenza a seconda degli allestimenti. L’Active combina potenza da 65 kw a batteria da 30 kWh per autonomia del WLTP combinato da 220 km e picco di ricarica a 65 kw in DC. L’allestimento Boost è il “long range”, con la stessa configurazione motore dell’active, ma batteria da 43.2 kWh, autonomia da 322 km e picco di ricarica in DC a 85 kW. La versione più potente è la Comfort che alla batteria della Boost accoppia il motore nello step di potenza di 115 kW.

Quanto costa la Dolphin Surf

Allestimento che è stato l’oggetto del nostro primo test nel traffico di Roma, ambiente urbano che è il suo habitat naturale. L’isolamento acustico dal caos esterno è stato il primo aspetto a risaltare, cosa non comune su un’utilitaria. Su strada, poi, è l’agilità il punto forte, data da una risposta dell’acceleratore fluida e lineare, scattante il giusto ai semafori. L’assetto è curato da “europea”. Stabile in curva, reattiva per il baricentro basso, ha messo in mostra un set-up di sospensioni capace di assorbire sampietrini e irregolarità dell’asfalto, contenendo reazioni secche e rollìo. La Dolphin Surf è gia ordinabile con prezzi che partono da 18.990 euro.