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Il Ministro Cingolani a Rom-e: “Ci salverà la neutralità”

Gli eventi hanno sempre un senso, se poi fanno cultura, o quantomeno ci provano, diventano impegno sociale che supera tutto il resto. Così, passeggiare tra gli stand di Villa Borghese, durante la seconda edizione di Rom-E a inizio ottobre, non è stato il solito curiosare alla ricerca dell’ultima novità. Perché quando si parla di sostenibilità, di mobilità del futuro e di transizione energetica si toccano tasti dolenti, soprattutto in questo momento di grande crisi in cui tutto sembra congiurare per complicare la vita a ogni singolo cittadino, tra caro-bollette, in azione crescente e preoccupazione per quello che verrà. E nella tre giorni organizzata dal Gruppo Amodei, l’attualità è stata prima sviscerata dal punto di vista concettuale con il talk cui hanno partecipato ben 32 ospiti e poi toccata con mano appunto nel centro di Roma, con le esposizioni delle aziende che hanno condiviso il nostro progetto.

Il risultato, in termini numerici dice che le presenze sono state ben 120.000, che i test drive hanno toccato quota 100, inoltre sono stati 150 i bambini che hanno partecipato alle attività di edutainment. Comunque, il messaggio che la tre giorni di Rom-E ha spedito ai naviganti della mobilità come a istituzioni politiche e aziende è stato piuttosto forte, anche grazie all’intervento di apertura del Ministro (davvero uscente?) della Transizione Ecologica, Roberto Cingolani, ospite nella nostra redazione. Il Ministro ha preventivamente sgombrato il campo dai possibili equivoci sul tema.

La sintesi? La sostenibilità, i veicoli piu? puliti, elettrici ed elettrificati, devono essere accessibili a tutti, altrimenti il cambiamento climatico in atto non si riuscira? a combattere, quindi serve una transizione più equilibrata nei modi nei tempi.

Rom-E 2022: rivivi il talk sull'ecosostenibilità e sulle nuove fonti di energia

Cingolani: "Infrastruttura elettrica deve ancora crescere"

A questo proposito e? chiara la sua posizione sugli incentivi.

"Nell’attesa che l’infrastruttura per la mobilità elettrica cresca, la prima cosa che avrei fatto è rimuovere quegli undici milioni di auto Euro 0, 1, 2, 3, 4 che inquinano molto con qualcosa che inquinasse meno. Avrei spinto di più per accelerare questo processo puntando sulla neutralità tecnologica, ma il Paese deve tener conto di tante istanze. Mi è stato detto che bisognava considerare lo sviluppo della filiera elettrica ed e? stato trovato un compromesso. La realtà è che le elettriche la gente non le compra. Anche a me che guido un’ibrida piacerebbe avere un’elettrica, ma non si adatta alle mie esigenze, poi costano troppo e l’infrastruttura deve ancora crescere. Ma penso che gli italiani abbiano capito che stiamo cercando di procedere in maniera equilibrata, l’importante e? sapere che la questione incentivi e? nei piani del Governo. Sull’elettrico e? stato fatto tanto".

Pero? continua a pesare il diktat dell’Europa che ha posto al 2035 lo stop per produzione e vendita di motori endotermici.

"Parliamoci chiaro: la mobilita? e? responsabile di un 4%, e forse poco di piu?, dei gas serra e non va affrontata con un approccio ideologico dicendo che elettri cheremo tutto in otto anni, perche? non e? possibile. Piuttosto pensiamo che ci possono essere altre strade come i sintetic fuel..."

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