Da un decennio colleziona critiche e promesse di cancellazione, perché sì sa, “produce più svantaggi che benefici”, perché affossa il gettito iva per le casse statali a fronte di pochi milioni di euro di introiti, perché penalizza il mercato dell'usato su alcuni modelli. Il protagonista è sempre il Superbollo, introdotto nel 2011 e sul quale anche l’attuale governo aveva prospettato un intervento per cancellarlo, salvo registrare il nulla di fatto.
Eliminazione progressiva del Superbollo
Intervenendo all’Automotive Dealer Day a Verona, rassegna giunta alla 23^ edizione, il ministro dei Trasporti, Matteo Salvini, è tornato sulla materia, per anticipare come “in delega fiscale è già presente il tema legato al superbollo, che potremmo risolvere già prima della legge di bilancio. Stiamo verificando una soluzione che preveda diversi step, fino all’eliminazione completa. Lavoriamo per quantificare costi e scaglioni per superare quella che è un'imposta che porta più svantaggi che vantaggi soprattutto alle casse dello Stato”.
Quanto costa e come funziona il Superbollo
La normativa del Superbollo prevede il pagamento di una somma ulteriore al bollo ordinario, pari a 20 euro per ogni kilowatt di potenza oltre quota 185 (252 cavalli), somma da pagare con modello F24 e soggetta a una riduzione progressiva in base all’anzianità del veicolo: 12 euro dal sesto anno dall’immatricolazione, 6 euro/kW dall’11° anno, 3 euro/kw oltre quota 252 kW tra il 16° e 19° anno di anzianità del veicolo. Il Superbollo non dovuto per auto la cui anzianità è pari o superiore a 20 anni.
Azzerare il Green Deal
Tra i temi caldi discussi all’Automotive Dealer Day, la transizione europea verso l’elettrico e la normativa italiana in materia di Fringe benefit sono stati cruciali nel confronto tra addetti ai lavori e ministro dell’Interno.
“L’auto elettrica deve essere un'opzione, conto che a Bruxelles si azzerino modi, tempi e obiettivi del Green Deal”, ha commentato Salvini. Il riesame del piano Fit for 55, di messa al bando dal 2035 delle auto non a emissioni zero, avverrà a fine anno e potrebbe concedere aperture ad altre tipologie di motorizzazione. Quanto discusso con l’industria dell’auto e delineato nel Piano d’azione per l’automotive, dovrà tradursi in una correzione di rotta finora assente tra gli obiettivi del Green Deal in tema di auto elettrica.
L’altro punto attualissimo è legato alla profonda revisione attuata dal governo sulla materia del Fringe benefit, le auto in assegnazione per uso promiscuo ad alcune fasce di dipendenti.
Un errore la normativa sul fringe benefit
“Sulle flotte aziendali il Governo ha sbagliato e deve fare dietrofront”, ha dichiarato Salvini. Una normativa molto premiante sulle auto ibride plug-in e le elettriche, mentre ha pesantemente penalizzato le auto full hybrid, equiparandole nella tassazione in busta paga di fatto a modelli molto più inquinanti. Le conseguenze immediate, nelle scelte di molte aziende e dipendenti con l'auto in assegnazione, saranno uno stop a nuovi ordini e il prolungamento dei contratti sottoscritti prima del 2025. Il meccanismo di incentivazione delle auto ibride plug-in ed elettriche, nelle immatricolazioni da parte di persone giuridiche (flotte, aziende, noleggio), sarà anch’esso terreno di discussione in Europa per definire una nuova normativa e le intenzioni del legislatore guardano a misure simili a quanto definito con la normativa 2025 sul Fringe benefit in Italia. Nei prossimi mesi a Bruxelles partirà il confronto con le organizzazioni di categoria per discutere gli interventi sulle auto immatricolate dalle società.