Nel dibattito sulla mobilità sostenibile, Federauto solleva dubbi sull’obiettività di molti studi a favore dell’auto elettrica. Secondo l’associazione nazionale dei concessionari, le ricerche pubblicate sembrano spesso indossare un abito scientifico per simulare neutralità, ma mostrano soltanto verità parziali, celando altre evidenze importanti.
Questa rappresentazione incompleta, secondo il presidente Massimo Artusi, alimenta confusione tra i consumatori e compromette la credibilità del Green Deal europeo, creando un clima di incertezza che ostacola scelte consapevoli nel mercato automobilistico.
L’appello a un’autorità di controllo indipendente
La Federazione Italiana Concessionari Auto sostiene con forza la creazione di un organismo di vigilanza indipendente, come già suggerito dal Parlamento europeo. Tale ente dovrebbe avere il compito di verificare la trasparenza dei finanziamenti delle organizzazioni autrici delle ricerche, garantendo così l’affidabilità delle analisi.
L’associazione chiarisce di operare senza condizionamenti ideologici, puntando esclusivamente a soddisfare le esigenze del cliente, sia esso interessato a veicoli elettrici, a combustione interna o ibridi.
Dati di mercato e contraddizioni nella transizione verde
"Il mercato" - ribadisce il presidente Artusi - "ci dice, tuttavia, ogni giorno di più che nonostante le scelte dirigistiche della Commissione europea e il continuo ricorso ad incentivi, la vendita di auto BEV non decolla".
Nel frattempo, il parco auto circolante in Italia continua a invecchiare, con conseguenze negative sia in termini ambientali sia di sicurezza. Federauto sottolinea che non si valorizza a sufficienza il potenziale evolutivo dei carburanti, che potrebbero diventare rinnovabili e carbon neutral senza dover attendere rivoluzioni infrastrutturali.
Critica ai limiti delle analisi ambientali
Federauto pone domande scomode. Perché le ricerche a favore dell’elettrico vengono accolte come imparziali, mentre quelle che sottolineano criticità vengono bollate come mosse da interessi economici?
Secondo l’associazione, anche dietro la promozione dell’auto elettrica esistono forti interessi industriali, ma questi vengono raramente discussi. Inoltre, le attuali analisi ambientali tendono a ignorare gli impatti economici, occupazionali e sociali della transizione energetica, limitandosi a enfatizzare i potenziali benefici per l’ambiente.
I veicoli pesanti e il nodo delle alternative trascurate
LaFederazione Italiana Concessionari Auto segnala la totale assenza di soluzioni elettriche concrete per il trasporto pesante, un settore essenziale per l’economia europea. Qui, la mancanza di infrastrutture e autonomia rappresenta un ostacolo maggiore rispetto al trasporto leggero.
Anche l’opzione dei biocarburanti, benché limitata nella disponibilità attuale, potrebbe svolgere un ruolo chiave, ma viene sistematicamente marginalizzata in molte ricerche. Eppure, fa notare Federauto, questa scarsità non è diversa da quella delle infrastrutture per la ricarica elettrica, che pure richiedono tempo e investimenti per diventare capillari.
Verso un’informazione più oggettiva
Federauto rinnova l’appello per un’informazione tecnica più trasparente, auspicando l’individuazione di soggetti e liberi da pressioni. Solo così, conclude Artusi, sarà possibile garantire "l’autorevolezza e l’indipendenza per produrre indagini il più possibile oggettive".
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