La Piaga dei furti d’auto si fa sempre più preoccupante. Secondo il nuovo Dossier LoJack 2025, nel corso del 2024 sono stati rubati in Italia 136.201 veicoli, con un aumento del 3% rispetto all’anno precedente. Di questi, oltre 75 mila erano automobili. E la cosa più grave è che quasi un milione di mezzi rubati dal 2013 ad oggi sono spariti per sempre.
Un fenomeno criminale che continua a prosperare, organizzato in modo sempre più sofisticato e redditizio, mentre le misure di prevenzione e deterrenza restano inadeguate. In un Paese dove è sempre più difficile acquistare un’auto nuova, dove i costi di manutenzione, carburante e assicurazione sono alle stelle, vedersi sottrarre il proprio veicolo significa subire un danno enorme, spesso non risarcibile né in tempi rapidi né in modo equo.
Auto più rubate: la Fiat Panda è (purtroppo) regina
Secondo i dati LoJack, il 56% dei veicoli rubati nel 2024 erano automobili, il 23% moto, il 15% suv e crossover, il 5% van, l’1% mezzi pesanti. La Fiat Panda si conferma come l’auto più rubata d’Italia, con oltre 13.000 furti registrati. Praticamente una Panda su cinque tra quelle rubate.
Seguono nella tragica classifica:
- Fiat 500 e Lancia Ypsilon, con oltre 5.000 furti ciascuna
- Fiat Punto e Alfa Romeo Giulietta, che superano persino la 500L
Per quanto riguarda i SUV e crossover, i più colpiti sono:
- Jeep Renegade
- Fiat 500X (insieme, rappresentano un furto su cinque del segmento)
- Range Rover Evoque
- Jeep Compass
Un dato significativo: molti di questi veicoli vengono smontati entro 24 ore dal furto, per alimentare il fiorente mercato nero dei ricambi usati, con destinazione Est Europa, Nord Africa e Medio Oriente. Insomma, una filiera criminale efficiente e internazionale.
Le regioni più colpite: sud e grandi città sotto assedio
Il dossier individua cinque regioni sotto attacco, responsabili del 78% dei furti totali:
- Campania (oltre 31.000 veicoli rubati nel 2024)
- Lazio
- Sicilia
- Puglia
- Lombardia
Ma se guardiamo alle province, ecco dove i ladri colpiscono di più (furti ogni 100mila abitanti):
- Barletta-Andria-Trani – 896,6
- Napoli – 674,6
- Foggia – 639,6
E se parliamo invece di auto rubate in sosta, la classifica cambia:
- Roma – 411,2
- Milano – 409,5
- Firenze – 389,3
Tre città simbolo, dove ci si aspetterebbe un controllo capillare del territorio e invece si assiste a un’escalation di crimini ai danni degli automobilisti.
Tecnologia? Non sempre basta. Serve una risposta politica forte
Altro mito da sfatare: il GPS non garantisce il recupero dell’auto. I ladri oggi neutralizzano i localizzatori con una rapidità disarmante. Molto più efficaci sono i sistemi a radiofrequenza non intercettabile, ma si tratta di tecnologie costose, spesso riservate a flotte aziendali o a chi può permettersele.
Anche pensare che i furti avvengano solo di notte o in quartieri malfamati è un errore. Sempre più colpi vengono messi a segno in pieno giorno, in zone centrali e addirittura in parcheggi affollati. Nemmeno il garage privato è un rifugio sicuro.
È chiaro che serve un cambio di passo. Le pene attuali non sono un deterrente sufficiente:
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Furto semplice: reclusione da 6 mesi a 3 anni, multa fino a 516 euro
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Furto aggravato: da 2 a 6 anni di carcere, multa fino a 1.500 euro
Cifre ridicole rispetto ai profitti delle bande organizzate. Per fortuna, in Commissione Giustizia al Senato si sta lavorando a un inasprimento delle pene, con l’introduzione di aggravanti specifiche per il furto d’auto, l’eliminazione delle attenuanti e soprattutto la confisca dei beni dei ricettatori. Un passo che potrebbe fare davvero la differenza.
Non solo auto: colpiti anche i cittadini e la fiducia nella mobilità
Il furto di un’auto non è solo un danno economico. È un trauma personale, spesso accompagnato da angoscia, burocrazia, ritardi nelle assicurazioni e impossibilità di svolgere le attività quotidiane.
Un Paese in cui ogni giorno vengono rubati quasi 375 veicoli, con una percentuale di recupero ferma al 45%, è un Paese in cui la mobilità privata è sotto attacco.
Se davvero vogliamo incentivare la mobilità sostenibile e responsabile, dobbiamo cominciare a tutelare chi usa un’auto per lavorare, per vivere, per muoversi, e non lasciarlo solo in balia della criminalità.