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Incentivi auto elettriche 2025: le offerte di Cupra

Tra i modelli più interessanti del mercato elettrico c’è la Cupra Born, proposta nella versione Impulse+ a partire da 31.000 euro grazie a 9.000 euro di incentivi messi direttamente dalla casa spagnola, senza necessità di rottamazione o altri vincoli. Si tratta di una mossa forte, perché raramente un costruttore decide di inserire un incentivo proprio così consistente, indipendentemente dalle politiche statali. Ma il dato che fa davvero discutere è un altro: con il cumulo degli incentivi auto elettriche 2025, la Born può scendere fino a 20.000 euro, un prezzo che mette pressione a tutta la concorrenza.

E non è finita. Cupra propone anche formule di finanziamento estremamente aggressive: con anticipo zero, la Born può essere acquistata a partire da 99 euro al mese, una cifra simbolica che ricorda più il canone di un servizio streaming che il pagamento di un’automobile. È evidente la strategia: abbattere le barriere d’ingresso all’elettrico e convincere anche gli automobilisti più scettici. 

Cupra Tavascan e il SUV elettrico

Se la Born rappresenta l’ingresso nel mondo Cupra, il Tavascan è la punta di diamante. Proposto nella versione Endurance Immersive, parte da 44.500 euro con gli stessi 9.000 euro di incentivo Cupra, senza rottamazione obbligatoria. Parliamo di un SUV elettrico di nuova generazione, con linee sportive, autonomia elevata e un pacchetto tecnologico all’avanguardia. Un modello che punta chiaramente a sfidare rivali premium come Tesla Model Y, BMW iX1 e Mercedes EQA, ma che con questi incentivi si posiziona su un livello di prezzo molto più competitivo.

Anche qui la strategia è chiara: abbassare i listini per attrarre una clientela giovane, dinamica e attenta al design, senza costringerla a compromessi su tecnologia e performance. Ma resta il nodo cruciale: senza incentivi, il prezzo reale del Tavascan torna a essere ben superiore ai 50.000 euro. 

Incentivi auto elettriche 2025: occasione o illusione?

Gli incentivi auto elettriche 2025 rappresentano indubbiamente un’occasione irripetibile per chi vuole passare all’elettrico. Con prezzi abbattuti come quelli proposti da Cupra, l’acquisto di un’auto a batteria diventa finalmente accessibile a una fascia più ampia di consumatori. Tuttavia, non possiamo ignorare i limiti strutturali del sistema. Gli incentivi statali, come già accaduto in passato, rischiano di terminare in poche settimane, lasciando fuori molti automobilisti. E chi non riuscirà ad accaparrarsi il contributo, si troverà a dover affrontare listini ben più alti.

Inoltre, non va dimenticato che gli incentivi non sono eterni. Sono finanziati con fondi pubblici, quindi con le tasse dei cittadini. È legittimo chiedersi: le case automobilistiche stanno davvero facendo la loro parte, oppure stanno sfruttando la leva degli incentivi per mantenere alti i margini? Perché mai il prezzo di una Born può scendere a 20.000 euro solo con il supporto statale e aziendale, quando fino a ieri costava almeno 10.000 euro in più? È davvero equo che siano i contribuenti a colmare questa forbice?

La voce degli automobilisti

Gli automobilisti italiani si trovano in una posizione scomoda. Da un lato, vedono finalmente offerte concrete che rendono l’elettrico più accessibile. Dall’altro, si rendono conto di essere parte di un meccanismo che li costringe a inseguire bonus, scadenze e piattaforme digitali per non perdere il treno degli incentivi. E non è giusto. Una transizione davvero equa dovrebbe passare da listini trasparenti, competitivi e indipendenti dal sostegno pubblico.

Cupra ha dimostrato coraggio proponendo incentivi propri, senza rottamazione e senza vincoli. È un segnale positivo che va riconosciuto. Ma serve di più: serve che l’intero settore riveda le strategie di prezzo e che lo Stato offra continuità, non bonus a intermittenza che creano incertezza. Gli automobilisti non devono essere trattati come cavie, ma come attori centrali di una rivoluzione che dovrebbe avere al centro il cittadino, non solo gli interessi delle case e della politica.

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